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Save the Date: 17 settembre a Palazzo Agliardi


Palazzo Agliardi, Tappeti Fondazione Tassara, Collezione Lotto

Tre fra le più prestigiose Dimore Storiche, Palazzo Agliardi, Palazzo Terzi e Castello di Valverde, accolgono e sorprendono con sale da sogno, antichi affreschi e giardini nei tappeti orientali “Hortus Conclusus”, veri e propri capolavori scelti dalla Fondazione Tassara per l’occasione. Espressione biblica tratta dal Cantico dei cantici (IV, 12), quale elogio dello sposo alla sposa; si adopera talvolta, come un preziosismo, ad indicare l’intimità di pensieri segreti o lo spazio intellettuale e riservato di un artista, poeta o pittore.

Le eleganti trame di questi tappeti sono state riprese in molte rappresentazioni artistiche di pittori occidentali come Crivelli, Holbein, Ghirlandaio, Tintoretto e Lotto, da qui la loro classificazione. I tappeti scelti in esposizione all’interno di questi palazzi storici sono databili dal XVI al XVII secolo e sicuramente molto simili a quelli che adornavano e arredavano queste sale nobiliari.

Palazzo Agliardi sorge in uno dei borghi più antichi di Bergamo dove nel Cinquecento le importanti famiglie di nobili e mercanti scelsero di far costruire le loro sontuose dimore.

Il palazzo fu fatto costruire nel XVI secolo da Alessandro Martinengo, nipote del famoso condottiero Bartolomeo Colleoni. Nel 1741 la famiglia dei Conti Mosconi acquistò il palazzo diruto ed incaricò l’architetto Caniana di ricostruirlo in chiave settecentesca.

Nel 1845 venne acquistato dai Conti Agliardi, tuttora proprietari. L’edificio, in gran parte ricostruito nel‘700, attualmente è costituito da un ampio salone fiancheggiato da quattro sale. I soffitti sono decorati da briosi affreschi di Carlo Innocenzo Carloni e Federico Ferrario.

Palazzo Agliardi, l’affresco Bacco del Salone

La leggenda vuole…

… che il 30 maggio 1007, arrivarono a Bergamo, con un potente esercito, il re d’Ungheria e di Boemia ed il suo consigliere Longofredo con i tre figli: Ingelforte dei Capitanei del alio, Leopardo dei Capitanei de Martinengo e Terzo dei gentiles de tertio. Costoro divennero capostipiti di tre importanti famiglie bergamasche: Agliardi, Martinengo e Terzi. È da Ayardo, Console di Giustizia nel 1175, che derivò il cognome.

Alessio Agliardi, nel Quattrocento, fu un insigne architetto e godette della stima del Doge di Venezia e di Bartolomeo Colleoni. Quest’ultimo, nominò Alessio e i suoi discendenti, membri di diritto del Consiglio del Luogo Pio Colleoni. Ancora oggi, dopo più di cinquecento anni, un membro della famiglia Agliardi, siede nel Consiglio del Luogo Pio, istituzione che amministra i beni lasciati dal famoso condottiero, tra cui la Cappella Colleoni in Città Alta. Figlia di Alessio fu Lucrezia, fondatrice del Monastero di S. Anna in Albino, il cui ritratto, eseguito da G.B. Moroni, è esposto al Metropolitan Museum di New York.

Nel 1924 Giovanni Battista Agliardi si sposò con Maria Carolina Gallarati Scotti dei principi di Molfetta, grazie anche ad una buona parola di Angelo Roncalli, poi diventato Papa Giovanni XXIII.

Prendendo spunto dal Papa Buono per definizione, Giovanni XXIII, molto amato dai bergamaschi, riportiamo una ricetta oggi servita dalla Trattoria Visconti di Ambivere (www.trattoriavisconti.it), proveniente da una loro zia al servizio di Papa Roncalli e della famiglia a Sotto il Monte.

Monsignor Roncalli, non ancora divenuto il Papa buono, in visita alla vicina parrocchia di Mapello, dopo aver assaggiato le polpettine di zucchine, si volle informare di chi avesse cucinato questa prelibatezza e rivolgendosi alla cuoca, esclamò: “Ricordati, si è grandi anche nelle cose semplici”

Polpettine di zucchine

Ingredienti per 4 persone
800 g di zucchine
2 scalogno o 1 cipolla
100 g di pane grattugiato
100 g di Parmigiano grattugiato
2 uova
8 amaretti sbriciolati
1 mazzetto di prezzemolo, maggiorana ed erba cipollina tritati
farina, olio extra vergine, sale

“Rosolare lo scalogno con un cucchiaio d’olio, poi buttare in padella le zucchine tritate a fiammifero e cuocerle per 15 minuti. Lasciare sgocciolare in un colapasta poi versare in una terrina aggiungendo il pan grattato, il Parmigiano, le uova, le erbe aromatiche e gli amaretti. Salare. Dopo aver amalgamato il tutto, formare delle piccole polpette e passarle nella farina. In una pentola antiaderente versarvi dell’olio fino a coprire il fondo, farlo scaldare e adagiare le polpette. Farle colorire da entrambe le parti e una volta dorate toglierle e farle asciugare su carta assorbente. Servire calde, ma sono ottime anche appena raffreddate.”

Da abbinare per una piacevolissima degustazione al metodo classico ZERO blanc de Blancs Nature prodotto con le uve di Astino dalla Cascina del Ronco a Villa D’Almè. Dai terreni argillosi di Astino si selezionano le uve biologiche con accurata vendemmia a cui segue pressatura soffice e fermentazione in acciaio con un affinamento di circa 6 mesi prima di procedere al tiraggio. La permanenza sui lieviti avviene almeno per 24 mesi. ZERO blanc de blancs è di un giallo paglierino intenso, con bagliori dorati e perlage persistente e fine. All’olfatto freschi e fragranti sentori di agrumi che vanno ad unirsi con raffinate note di panificazione. La stessa fragranza si ritrova nel palato. Ideale a tutto pasto con salumi e pesce.

di Maria Teresa Bandera – ASA

Palazzo Agliardi – via Pignolo 86, Bergamo

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