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Tendiamo a dare la colpa per influenza, raffreddore & Co. a fattori esterni: il freddo, la corrente d’aria, il contagio, e ci sentiamo vittime inermi. A comprendere meglio il meccanismo dei malanni di stagione e con alcuni accorgimenti “dolci”, si può invece riuscire a non contrarli, o a renderne il decorso molto più breve e leggero.

Voglia di piangere?

Uno stress, anche e soprattutto di tipo emotivo, può essere la causa scatenante di un raffreddore o di un’influenza. Le difese immunitarie si abbassano, rendendoci più fragili. Contemporaneamente, l’organismo cerca una valvola di sfogo, segnalandoci “ho bisogno di caldo, tranquillità e coccole” oppure “vorrei tanto piangere, singhiozzare”. Oppure ci porta a farci notare, in modo “insospettabile”, da parenti o colleghi, perché dobbiamo schiarirci la gola o tossire. O ancora, abbiamo ascoltato una cosa che avremmo preferito non sentire, e ce lo segnalano le nostre orecchie, in modo doloroso.

Chiedersi, di fronte ad un sintomo simile, quale può essere il fattore emotivo o psicologico, è spesso utilissimo: un’immagine chiara riesce a cancellare la necessità di esprimerci attraverso i simbolismi del corpo, e quest’ultimo può tornare a funzionare senza intoppi.

Pochi i rimedi “veri”

“Un raffreddore, non curato, dura una settimana; se invece viene curato, dura otto giorni.” Il vecchio motto popolare è ancora valido?

In buona parte sì, nel senso che non esistono a tutt’oggi dei farmaci che riescano a curare un raffreddore. Tutt’al più se ne possono rendere più sopportabili i sintomi; però si debbono mettere in conto anche eventuali effetti secondari come sonnolenza oppure incompatibilità con altri farmaci o ancora intolleranze individuali.

Anche tra i rimedi naturali ve ne sono molti che riescono a lenire i sintomi e ad agevolare la guarigione, senza tuttavia costituire una cura nel senso vero della parola. In compenso però, gli approcci naturali come per esempio l’idroterapia e soprattutto un corretto stile di vita (buona alimentazione, sufficiente movimento, respirazione profonda, abbigliamento idoneo, qualità e quantità di sonno adeguato, ecc.) sono l’arma più valida per prevenire i malanni di stagione.

Battere l’infezione sui tempi

Se si interviene alla nascita, ai primi sintomi di rinite, influenza, otite, laringite, tosse, si hanno ottime possibilità di non farli diventare “adulti”.

Bisogna però rendersi conto che è in arrivo un disturbo, saperne cogliere i segnali premonitori (senza per questo diventare ipocondriaci…).

Uno starnuto non è necessariamente un segnale di un raffreddore imminente, ma potrebbe esserlo. Può rammentarci di prestare attenzione ad altri ammonimenti del corpo, come per esempio piedi freddi, senso di brivido, mucose nasali secche. In questo caso si dovrebbe intervenire immediatamente, coprendosi maggiormente, umidificando l’ambiente e così via.

Allo stesso modo, sentirsi molto stanchi non è necessariamente un biglietto di non-ritorno verso l’influenza, però può segnalare il bisogno dell’organismo di riposo, per non abbassare eccessivamente le difese. Se poi si avverte il tipico segnale di “ossa rotte” oppure una variazione di temperatura corporea insolita, allora si dovrebbe andare a letto senza indugio, con una tisana calda, la borsa dell’acqua calda e tutte le coperte disponibili.

Il primo raspino in gola è un segnale da non trascurare. Siamo coperti a sufficienza? Una sciarpa di seta sicuramente non guasta, e forse si può fare anche un gargarismo.

Gli approcci dolci

Rinite/sinusite
Esercizi respiratori in aria pura; umidificare l’aria; inserire una crema idratante/emolliente nelle narici; sostituire spesso i fazzoletti; oli essenziali di Anice, Cajeput, Cipresso, Eucalipto, Issopo, Pino o Timo: una goccia sul fazzoletto o nell’umidificatore o sul guanciale o la manica della camicia; pediluvi molto caldi e tenere i piedi caldi.

Influenza
A letto al più presto a sudare; pasti leggerissimi o digiuno parziale; bere molta acqua e spremute; omeopatia: ai primi sintomi assumere una dose Oscillococcinum 200 K, eventualmente ripetere due o tre volte a distanza di 6 ore. In caso in influenza già manifesta: una dose mattina e sera, per 1 – 3 giorni.

Tosse/bronchite
Evitare aria secca o fumosa; non parlare a lungo o con tono alto. Tenere caldi gola e torace. Cibi emollienti come zuppa di cipolle. Impacchi emollienti sul torace. Respirare vapori con oli essenziali di Lavanda, Timo, Issopo o Pino. Applicare un cataplasma revulsivo. Applicare un impacco di Kneipp. Bere succo d’aglio fresco oppure tintura d’aglio diluita in acqua (1 cucchiaino in mezzo bicchiere d’acqua). Cataplasma con foglie di cavolo sul torace. Bere tisane di Malva, Timo, Liquirizia. Piantaggine, Polmonaria.

Mal di gola/raucedine/Afonia/laringite/faringite
Spruzzare alcune gocce di tintura di propoli in profondità della gola, almeno tre volte al giorno; continuare per due giorni anche dopo la scomparsa dei sintomi. Praticare gargarismi con acqua e estratto di seme di pompelmo (5-6 gocce su un bicchiere d’acqua) e berne mezzo bicchiere. Gargarismi con infuso di Salvia. Applicare un cataplasma revulsivo o un impacco di Kneipp. Bere latte o tisana tiepida con miele. Bere sciroppo di Sambuco (dei frutti maturi) o infuso di Verbena.
Il colore blu calma gli stati infiammatori; da usare per sciarpe, scialli e simili. Fichi secchi messi in ammollo; berne l’acqua, 4 – 5 bicchierini al giorno.

Otite
Proteggere le orecchie da freddo e correnti d’aria. Scaldare del sale in forno, avvolgerlo in un telo e premerlo contro l’orecchio o usarlo come cuscino. Inserire nel dotto auricolare un battuffolo di cotone imbevuto di olio tiepido, eventualmente con l’aggiunta di alcune gocce di tintura di propoli o estratto di seme di pompelmo.

Febbre
Per abbassare la febbre, praticare spugnature fresche alle gambe mentre il resto del corpo rimane ben coperto, a letto. Ripetere secondo il bisogno, anche ogni ora. Oppure praticare un impacco di Kneipp. Bere molta acqua, spremute, centrifugati freschi, tisana di Tiglio, Melissa, Salice, Verbena. Usare peperoncino in brodi, tisane ecc. Tenere l’intestino pulito.


Kneipp: un impacco portentoso

L’abate Sebastian Kneipp è passato alla storia, più che per i suoi sermoni, per le tecniche di idroterapia da lui consigliate. Tra queste è particolarmente utile l’impacco detto “doppio freddo” che consiste nell’applicare uno strato di tessuto sottile (cotone o lino) imbevuto in acqua fresca e ben strizzato; sopra questo viene appoggiato un altro strato di tessuto asciutto, e il tutto poi protetto da uno strato di lana. L’effetto: Il contatto del tessuto bagnato fresco con la pelle attira in breve tempo un forte afflusso di sangue. Il calore da questo prodotto viene trattenuto dagli strati successivi. La maggiore circolazione sanguigna accelera i processi di guarigione.

Intorno alla gola si possono applicare dei fazzoletti di cotone e una sciarpa di lana; sul torace si useranno dei tovaglioli ed un plaid o alcuni maglioni; l’importante che l’impacco possa rimanere in posa per almeno un’ora, ma anche per tutta la notte. Non ci si deve esporre al freddo o a correnti d’aria durante o subito dopo l’impacco.

Regole generale di prevenzione
Come difendersi dal contagio, quando si usano i mezzo pubblici di trasporto o si è a contatto con molte persone?

Portare al collo uno scialle che si può usare per coprire bocca e naso nei momenti in cui ci si trova compressi in mezzo alla folla, in metropolitana o bus.

Ovviamente, se doveste starnutire o tossire, coprite bocca e naso con un fazzoletto pulito.

Lavatevi spesso le mani con acqua calda e detergente, oppure, se siete fuori casa, usate dei fazzolettini imbevuti di lozioni rinfrescanti.

Meglio ancora: tenete a portata di mano una bottiglietta-spray con cui spruzzare i palmi delle mani ed eventualmente lo scialle: per 30 ml di acqua, 20 gocce di alcol etilico “buongusto” o di brandy o vodka, 10 gocce di olio essenziale di vostra scelta (timo, lavanda, limone, eucalipto, pino ecc., o una miscela di questi; dopo aver mescolato l’olio essenziale con l’alcol, aggiungete acqua quanto basta per riempire la bottiglietta.

Cambiate spesso fazzoletto.

Evitate di usare bicchieri o posate in comune, se qualcuno ha il raffreddore.

Respirate profondamente ogni volta che vi trovate all’aria aperta o in un ambiente pulito. Recatevi alla finestra e fate il pieno di ossigeno almeno una volta ogni ora.

Avete notato che certi malanni si manifestano in vicinanze delle feste? Evidentemente un organismo intasato da eccesso di cibo è più esposto … Fate in modo da iniziare ogni pasto con un piatto di verdura cruda, ed evitate le combinazioni alimentari di difficile digestione.

Per saperne di più:

“Raffreddore addio” di Gudrun Dalla Via, edizioni Il Punto d’Incontro 2002, 144 pagine, Euro 9,90


A cura di Gudrun Dalla Via / dallavia@asa-press.com