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L’accordo sull’uscita dall’Unione Europea della Gran Bretagna, arrivato dopo quattro anni di trattative, all’ultimo momento utile o quasi, mette al riparo da brutte sorprese uno dei pezzi pregiati dell’export italiano, il vino. Che deve già fare i conti con il crollo dei consumi fuori casa, in Italia e nel mondo, causato dalla pandemia e dai successivi lockdown, e che avrebbe retto a fatica l’urto di un no deal che, in soldoni, avrebbe significato dazi, anche importanti, con un conseguente aumento dei prezzi. 

Niente dazi, e niente quote, per i prodotti europei esportati nel Regno Unito, che per il vino italiano è il terzo mercato più importante, capace di assorbire una quota dell’8% delle spedizioni.

A valore, nel 2019, secondo i dati Istat analizzati da WineNews, le esportazioni enoiche verso la Gran Bretagna hanno toccato i 770 milioni di euro, comunque in trend negativo rispetto al 2018.

E quest’anno, nei primi 9 mesi, il calo è stato del 9,2%. Si è passati cioè dai 541 milioni di euro di vino spedito verso la Gran Bretagna tra gennaio e settembre 2019 ai 491 milioni di euro dello stesso periodo del 2020.

Fonte: https://winenews.it


A cura di Roberto Rabachino / presidente@asa-press.com