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Da un’indagine emerge che più di 1 italiano su 2 (54%) ha diminuito o annullato gli sprechi alimentari adottando nell’ultimo anno strategie che vanno dal ritorno in cucina degli avanzi a una maggiore attenzione alla data di scadenza, fino alla spesa a chilometri zero dal campo alla tavola con prodotti più freschi.

Il calcolo dell’Overshoot Day è risultato delle analisi del Global Footprint Network, l’organizzazione di ricerca internazionale che ha esaminato l’Impronta Ecologica, un indicatore che tiene traccia della domanda dell’uomo per le aree biologicamente produttive che forniscono risorse naturali e servizi ecosistemici, come ad esempio cibo, legname, fibre, spazio occupato per le infrastrutture e assorbimento delle emissioni di CO2.

Nonostante la situazione preoccupante per lo stile di vita degli italiani dal punto di vista dell’efficienza energetica, dello sviluppo urbanistico, dello sfruttamento delle risorse da parte della popolazione si registrano i dati positivi sul piano della riduzione dello spreco alimentare sono incoraggiati anche dall’emergenza coronavirus che ha fatto anche emergere una maggiore consapevolezza sul valore del cibo con più tempo in cucina, il ritorno del fai da te e la riscoperta del piatti con gli avanzi.

Nel 38% dei casi invece si torna all’antica tradizione italiana e contadina di usare quello che avanza per il pasto successivo. In 1 caso su 4 (25%) si cerca di fare più attenzione alla scadenza dei prodotti oppure riducendo le quantità acquistate (24%) evitando così di riempire il carrello con cibo che non serve o che rischia di rovinarsi a forza di stare nel frigo o nella dispensa senza essere toccato. Esiste poi una quota del 7% che sceglie di donare in beneficienza i prodotti alimentari non consumati.

Fonte dati Coldiretti – Immagine Tiscali Ambiente


A cura di Roberto Rabachino / presidente@asa-press.com