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Centotrenta anni di attività aziendale non sono solo un anniversario importante, sono un traguardo raggiungibile da pochi, soprattutto per un’azienda rimasta sempre con grande armonia nelle mani della stessa famiglia. Infatti oggi a festeggiare i 130 anni di Monsupello ci sono, fianco a fianco, i due fratelli Pierangelo e Laura che insieme alla mamma Carla portano avanti l’eredità del padre Carlo Boatti, il primo è chef de cave-direttore commerciale, la seconda direttore creativo.

Carlo Boatti, l’uomo che nel 1959 rivoluzionò l’Azienda Agricola Monsupello, realtà storica dell’Oltrepò Pavese, fondata a Torricella Verzate nel 1893. Insieme alla sua adorata Carla cambiò l’immagine del territorio d’Oltrepò, dimostrando le potenzialità qualitative dei suoi vigneti e dei vini, facendo crescere l’impresa in maniera orizzontale e verticale; in quantità e in qualità, innovazione e visione.

I due, all’epoca, vennero riconosciuti come “I Signori di Pavia”, grazie alla presenza costante nella vita pubblica nazionale e internazionale, viaggiarono molto facendo conoscere Monsupello come traino del Made in Oltrepò, diedero lustro al territorio rispettandolo e amandolo, prestando sempre grande attenzione all’equilibrio biologico delle coltivazioni e alla sostenibilità delle produzioni.

Il loro operato fece da apripista a tanti piccoli produttori che iniziarono a pensare “in grande” e l’azienda offrì tanto lavoro, sempre valorizzando il capitale umano, mission che ancora oggi è prioritaria, infatti Laura Boatti è l’animatrice del progetto “Sprigionato”, che offre una seconda possibilità a persone che vivono una condizione di detenzione nel supercarcere di Voghera.

Gli “sprigionati”, insieme ad alcuni studenti, hanno realizzato nel 2023 la prima vendemmia all’insegna della sostenibilità sociale, grazie alla collaborazione fra Monsupello e l’Associazione Terre di Mezzo.

Parlando di linee guida nelle produzioni dell’Oltrepò, l’azienda della famiglia Boatti, oggi leader nella spumantistica italiana, è stata fra le prime a produrre Pas Dosè e, negli anni, ha ampliato in maniera straordinaria la superficie vitata. Partita 130 anni fa con soli 2 ettari, può contare oggi su oltre 50 ettari di vigneti di proprietà, coltivati per avere basse rese di uva ad ettaro. La vendemmia manuale, esclusivamente in cassetta da 18 kg, e le rese uva/vino inferiori al 45% sono l’impegno che Monsupello porta avanti per presentare vini strutturati e armonici che possano dare al consumatore sempre nuove emozioni. Un progetto di sostenibilità ambientale, portato avanti anche con il supporto dell’agronomo Giovanni Bigot, che certifica la qualità elevata dei vigneti.

Il Pinot nero rimane il vitigno principe sul quale si concentrano i lavori di sviluppo dell’immediato futuro con l’obiettivo di arrivare a produrre una bollicina Pinot nero 100%, ma portano la firma di Monsupello anche i territoriali Croatina, Riesling Renano, i grandi bianchi come Sauvignon, Chardonnay, Muller Thurgau, senza dimenticare le bacche nere internazionali come Merlot e Cabernet Sauvignon.

Il giro di boa dei 130 anni vede la sua continuità produttiva nelle persone di Pierangelo Boatti, affiancato dai giovani enologi Stefano Torre, già presente in azienda da tempo, e oggi direttore enologo, e Federico Fermini, enologo.

La direzione creativa è invece nelle mani della vulcanica Laura Boatti, promotrice del progetto allargato, di accoglienza in cantina, di progetti sostenibili e di contaminazione con le altre arti, come la musica e la danza, che simbolicamente si affiancano all’arte di produrre vino.

www.monsupello.it