Trentacinque vignaioli hanno dato vita alla delegazione Fivi Umbria. Alessandro Lanterna, enologo e titolare di Cantina Bettalunga a Marsciano (Perugia), è stato eletto delegato regionale. Al suo fianco, in qualità di vicedelegati, Giampaolo Tabarrini, dell’omonima cantina di Montefalco, attuale presidente del Consorzio Tutela Vini di Montefalco che non si ricandiderà per questo ruolo, alla fine del mandato; e Luigi Celentano di Podere Acquaccina (Sugano di Orvieto, Terni), ex geometra di cantiere convertito al nettare di Bacco. I tre, insieme, riescono a rappresentare bene i diversi areali di produzione di una regione al nono posto in Italia per numero di ettolitri, ottenuti per più della metà da aziende di piccole dimensioni (meno di 100 ettolitri annui).
L’atto costitutivo, siglato il 9 gennaio, consente all’Umbria di entrare nel “club” dei 1700 produttori aderenti alla Federazione italiana vignaioli indipendenti che, in tutta Italia, coltivano più di 15 mila ettari di vigneto. Un patrimonio che è possibile “toccare con mano” annualmente, in occasione dell’evento che ha reso nota Fivi nel mondo del vino italiano (ben più dell’attività “sindacale”): il Mercato dei Vini, che si svolge annualmente a Bologna dopo le prime edizioni di Piacenza. I produttori associati alla Fivi – Federazione italiana vignaioli indipendenti sono uniti da una comune filosofia produttiva. Seguono in prima persona tutta la filiera della produzione del vino, dalla coltivazione delle uve fino all’imbottigliamento e alla vendita.
Fivi Umbria, il delegato regionale è Alessandro Lanterna «La Delegazione Fivi Umbria – commenta il delegato regionale Alessandro Lanterna – nasce dal desiderio dei vignaioli che fanno parte dell’associazione di far conoscere la filosofia che li anima e che li accomuna, di promuovere e comunicare una viticoltura dove il protagonista è il territorio e il viticoltore ne è il custode. Tutto questo rappresenta sicuramente un valore aggiunto, anche in termini economici, non solo per le singole realtà ma per tutto il settore vitivinicolo a livello regionale».
«Il desiderio è che il “marchio Fivi” riportato nelle nostre bottiglie, possa appunto dare un valore aggiunto al consumatore, a garanzia del fatto che dietro a quello che sta bevendo, c’è un circuito produttivo gestito integralmente dal vignaiolo, dal vigneto alla bottiglia. Questo approccio è realtà storica dell’Umbria dove, da sempre, piccole e medie aziende tramandano le radici della viticoltura e si impegnano a svilupparne le potenzialità. Sarà questa un’occasione di collaborazione e confronto tra noi soci Vignaioli umbri, che intenderemo poi estendere e rappresentare nei tavoli istituzionali come voce di chi vive tutti i giorni la realtà delle aziende del territorio».
Fonte Italia a Tavola