W.E.A.L. è l’acronimo di Wellbeing and Ecosystem service for Agricolture in Lombardy, il progetto di cooperazione del quale il GAL Risorsa Lomellina è partner.
È stato tradotto con “Servizi Ecosistemici – Il modello Lomellina” e ci lavora con passione il GAL Risorsa Lomellina da quasi 2 anni (www.galrisorsalomellina.it).
Per ricordare, il GAL (acronimo di Gruppo di Azione Locale) è un organismo pubblico/privato presente in tutta l’Unione Europea che ha lo scopo di offrire un supporto per lo sviluppo locale dei territori svantaggiati. In Italia sono attivi circa 200 GAL e ad ognuno di essi è affidato un territorio che può comprendere svariati Comuni.
Fra i compiti principali c’è quello di offrire un supporto burocratico e legale ai piccoli produttori che voglio accedere a bandi e concorsi, accompagnandoli nel modo migliore durante il percorso.
La Lomellina è un territorio che si colloca a sud-ovest della Lombardia, in provincia di Pavia, confina con la provincia di Milano e con quelle piemontesi di Novara, Vercelli ed Alessandria, si trova al centro del distretto europeo più importante per la produzione del riso e comprende 41 Comuni con circa 700 aziende agricole.
Il panorama è quello di una pianura coltivata che si estende a perdita d’occhio e il paesaggio è stato disegnato dall’uomo: in passato con la costruzione di numerosi borghi abitati ognuno con un campanile, una torre e spesso un castello, in secoli più recenti con le coltivazioni agricole e con l’impianto di caratteristici filari di pioppi che, oltre a definire gli appezzamenti, hanno l’utilità di fornire rifugio e nidificazione alla fauna selvatica.
Tornando al progetto che è stato presentato dal direttore di GAL Risorsa Lomellina, Luca Sormani (nella foto), lo scopo è quello di valorizzare i territori rurali riconoscendo un valore economico legato all’erogazione di servizi ecosistemici che possono essere venduti sul mercato dei PES (pagamenti per i servizi ecosistemici).
“Molto spesso l’agricoltura produce anche vantaggi per l’ambiente, reali e misurabili, veri e propri beni che, ad oggi, non ricevono alcun tipo di compensazione economica” ha spiegato Sormani “Noi intendiamo cercare un mercato per un prodotto che già esiste: vogliamo far sì che gli agricoltori lomellini vengano remunerati, non solo per il raccolto, ma anche per i benefici che derivano dalle pratiche attuate in campagna”.
Per sostenere la validità del progetto sono stati messi in atto, a supporto, importanti studi scientifici che hanno evidenziato come l’adottare uno stile di agricoltura sostenibile in termini di risparmio delle risorse, riciclo, energie alternative, cura del paesaggio è la strada vincente.
Come già spiegato dal direttore Luca Sormani, sono già diverse le aziende che lavorano da anni in questa direzione, realtà come l’Azienda Agricola Marta Sempio Cascina Tessera di Valeggio, la Società Agricola Santa Maria dei Cieli a Mede, Cascina Bosco a Nicorvo o l’Azienda Agricola Cascina Nuova a Cozzo con il progetto Naroli, sono alcuni esempi di un comparto già attivo e rispettoso dell’ambiente.
Appuntamento a settembre con le considerazioni finali e i risultati concreti del progetto.
di Clara Mennella – ASA