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L’invasione russa dell’Ucraina ha aggravato il problema dell’insicurezza alimentare: nel 2021, circa 193 milioni di persone hanno sofferto la fame. The Circle, la più estesa azienda agricola acquaponica europea, sottolinea la necessità di ridisegnare il sistema nutrizionale globale.

Dall’azzeramento degli sprechi all’abbattimento del lavoro usurante nei campi, dal risparmio di acqua e di terra alla genuinità delle materie prime: consumare prodotti alimentari di origine acquaponica fa bene all’ambiente, alla società e alla salute.

L’invasione russa dell’Ucraina ha messo in ginocchio la sicurezza alimentare globale. Nel 2021, circa 193 milioni di persone provenienti da 53 Paesi o territori hanno sofferto un’insicurezza alimentare acuta con un aumento di quasi 40 milioni di persone rispetto al 2020. Queste tendenze preoccupanti sono il risultato di molteplici fattori che si alimentano tra loro, dai conflitti alle problematiche ambientali e climatiche, dalle crisi economiche a quelle sanitarie: è quanto emerge dal Rapporto globale sulle crisi alimentari a cura di FAO.

La guerra ha compormesso il funzionamento dei sistemi alimentari globali tradizionali impattando sulla sicurezza alimentare e nutrizionale. L’Europa, per prima, è vincolata da una dipendenza dalle importazioni alimentari e agricole e, proprio per questo, è vulnerabile agli shock dei prezzi alimentari. Urge un cambio di rotta basato su un’autonomia agricola.” – dichiara Thomas Marino, co-founder di The Circle (www.thecircle.global), la più estesa azienda agricola acquaponica del continente europeo.

Nel frattempo, la Commissione Europea sta incentivando una soluzione agricola che riceve sempre più finanziamenti da parte di venture capital e fondi d’investimento,ponendo al centro della propria tecnologia l’utilizzo del materiale organico prodotto dai pesci come sostituto dei diserbanti e dei fertilizzanti di sintesi: l’acquaponica.

I prodotti alimentari di origine acquaponica fanno bene al Pianeta

L’acquaponica prevede la combinazione di due tecnologie per la produzione di cibo: la coltivazione fuori suolo e l’acquacoltura. L’acqua contenuta all’interno di vasche in cui vengono allevati pesci d’acqua dolce, infatti, costituisce il cuore del sistema di agricoltura acquaponica. Grazie a questa soluzione è possibile produrre materie prime sostenibili, ricercate, fresche e di altissima qualità.

Nel nostro impianto produciamo insalata, leaves di IV gamma come rucola, senape, mizuna, spinacio, pak choi, acetosella ed erbe aromatiche come basilico e prezzemolo che, in parte, utilizziamo anche per trasformati, oli e sali aromatizzati.” – specifica Thomas Marino.

Dall’azzeramento degli sprechi all’abbattimento del lavoro usurante, dal risparmio di acqua e di terra alla genuinità delle materie prime, The Circle ha identificato 8 motivi per cui dovremmo iniziare a consumare prodotti alimentari di origine acquaponica:

  • Risparmio di acqua: l’acquaponica pone al centro della propria tecnologia il risparmio di risorse idriche fino al 90% grazie a un sistema a ricircolo di coltivazione in cui l’acqua, grazie all’uso di una o più pompe, viene prelevata da una vasca nella quale vengono allevati pesci. Filtrata e depurata, questa irriga le radici delle piante contenute all’interno di torri verticali per poi tornare nel bacino principale.
  • Risparmio di terra: la verticalizzazione degli spazi favorita dall’impiego di torri interamente fuori suolo da cui gli operatori agricoli colgono la materia prima riduce sensibilmente il consumo di terre. Con questa tecnologia, dopo anni di cicli produttivi, i terreni vengono conservati e preservati per le future generazioni.
  • Riduzione emissioni: tra il limitatissimo impiego dei trasporti e l’utilizzo di energia interamente sostenibile derivata da pannelli fotovoltaici, con l’utilizzo dei pesci in agricoltura si arriva ad un risparmio di 33.000 kg/anno di CO2 non immessa in atmosfera e la riduzione di oltre il 90% di emissioni.

  • Nessun uso dei concimi chimici: i pesci allevati nei bacini acquaponici artificiali, solitamente carpe koi o tilapie, producono sostanze di scarto e ammoniaca sotto forma di escrementi. L’acqua contaminata dal materiale organico prodotto dai pesci, il carburante naturale dell’acquaponica, viene prelevata dalle vasche grazie a una pompa e portata verso un biofiltro che ospita una popolazione di batteri in grado di scindere le molecole di ammoniaca in nitriti, nitrati e azoto, il nutriente principale per la coltivazione delle piante.
  • Abbattimento lavoro usurante: negli impianti acquaponici di produzione fuori suolo, il lavoro usurante viene completamente sostituito da lavoro qualificato. Attraverso la sensoristica, il controllo da remoto e le torri di coltivazione verticale, infatti, tutti i problemi legati all’usura umana dell’operatore agricolo vengono eliminati con l’obiettivo di dare il giusto valore a tutta la filiera alimentare, valorizzando al massimo la manodopera e la materia prima.
  • Tracciabilità dell’intero ciclo di vita del prodotto: che si tratti di frutta o verdura fresche di stagione, dalla semina alla raccolta il consumatore può conoscere tutte le fasi di vita del prodotto finale grazie alla tecnologia avanzata di un impianto che sfrutta la sensoristica e i sistemi di controllo da remoto.
  • Genuinità: le varietà della materia prima prodotte negli impianti acquaponici seguono le stagionalità sin dalla scelta dei semi: i prodotti, grazie alla cura e all’attenzione continua che ricevono e alla tecnologia presente nell’impianto, sono in grado di esprimere il massimo in termini di gusto e qualità organolettiche. Colori, gusto e consistenza sono solo alcune delle caratteristiche principali dei prodotti freschi acquaponici. Oltre a questo, il taglio che avviene sempre entro le 24h dalla consegna garantisce una durata del prodotto massimizzata.

  • Azzeramento degli sprechi: il principio alla base della tecnologia acquaponica è che in natura non esistono scarti e che è tutto un riciclo: ad esempio, gli escrementi dei pesci, trasformarti da ammoniaca ad azoto, diventano una risorsa per il ciclo produttivo successivo, la fabbricazione dei trasformati consente di non scartare la materia prima in eccesso e gli impianti fotovoltaici rendono meno energivoro l’impianto.

Questo è il momento di investire per creare un nuovo sistema di produzione alimentare sostenibile, all’avanguardia, tracciato e sicuro. Un sistema che porti i Paesi a essere sempre più autosufficienti dal punto di vista delle produzioni di cibo. Dall’Italia possiamo fare tanto, dimostrando il valore di un modello di produzione sostenibile applicato a un contesto di eccellenza alimentare, affermandoci come esempio virtuoso da imitare all’estero.” – conclude Thomas Marino.

The Circle

Prima azienda agricola acquaponica italiana di origini romane, The Circle nasce nel 2017 da un’intuizione di Valerio Ciotola, Simone Cofini, Lorenzo Garreffa e Thomas Marino, quattro giovani imprenditori classe 1992 che, nell’acquaponica, hanno intravisto la fattibilità di un business oggi scalabile che contribuisce a risolvere le più spinose problematiche ambientali. Ad oggi The Circle possiede il più grande impianto acquaponico del continente europeo, esteso su 5000mq. Varietà di piante ed erbe di altissima qualità e pregiate, pesti, oli e sali aromatizzati hanno attirato l’attenzione di alcuni dei maggiori player del settore ristorazione tra cui Il Pagliaccio, Acquolina, Roscioli, Imàgo, Il Giglio in Toscana, Glass, All’oro, Cracco Portofino, Marco Martini, Luciano Cucina Italiana e decretato l’ingresso dei trasformati nella GDO grazie ad un’importante partnership con Gruppo CR – Conad. Attualmente sostengono The Circle Regione Lazio, Bricofer, Gruppo CR, famiglia Brachetti Peretti e De Marinis Srl.

Fonte Ufficio Stampa