Se nel 2015 solo il 17% degli italiani degustava vini biologici, nell’ultimo anno la percentuale è salita al 51%. È quanto rivela l’indagine curata da Nomisma-Wine Monitor per FederBio e AssoBio. A guidare la scelta dei consumatori è sicuramente la ricerca di materie prime e prodotti italiani, ma anche l’attenzione verso un metodo produttivo maggiormente rispettoso dell’ambiente e maggiori controlli qualitativi.
È vero, un vino biologico è sicuramente un prodotto pregiato e genuino, ma è opportuno andare oltre le definizioni d’etichetta e chiedersi perché lo si definisca tale. Ebbene, quando un vino proviene da uve coltivate in vigneti certificati, ovvero cresciuti senza agenti chimici di sintesi, prende la denominazione di vino biologico.
In particolare, i vigneti che crescono secondo specifici criteri di naturalezza devono rispondere ai principi per la quale è previsto che anche il procedimento di vinificazione avvenga in maniera naturale. Questo significa che un vino bio è quello prodotto in vigne cresciute senza l’aiuto di agenti chimici e vinificato con una quantità strettamente limitata di solfiti.
A cura Roberto Rabachino
Fonte e Immagine greenme.it