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Foto 1: Vigneto Pusterla

Dopo secoli di relativo disinteresse è tornato vivo in questi ultimi decenni il desiderio di riscoprire e rivalutare le notevoli testimonianze culturali, artistiche e gastronomiche lasciate in buona parte del territorio italiano dal popolo dei Longobardi.

Sono ben sette i territori italiani che ormai da dieci anni sono stati riconosciuti come Patrimonio mondiale UNESCO ed inseriti nel sito seriale “I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)”, e vanno dal Friuli Venezia Giulia alla Lombardia, all’Umbria, alla Campania e alla Puglia.

Nel Friuli-Venezia Giulia, a Cividale del Friuli (Ud) antica capitale del ducato longobardo, si trovano il Tempietto Longobardo, uno degli edifici più originali della tarda età longobarda (seconda metà dell’VIII sec.) e il Complesso Episcopale che conserva due tra le più importanti opere scultoree longobarde, il Tegurio di Callisto e l’Altare del duca Datchis con temi narrativi di carattere biblico.

Nel variegato patrimonio gastronomico di Cividale è celebre la “Gubana”, un dolce tradizionalmente servito con la grappa, dalla farcitura ricca di pinoli, uva passa, noci, nocciole e dal caratteristico avvolgimento a chiocciola dell’impasto.

In Lombardia, la città di Brescia, capitale dell’omonimo ducato, ospita il Complesso di San Salvatore-Santa Giulia, oggi sede del Museo della città, edificato nel suo nucleo originario nel 753 per volere del re Desiderio. Inoltre Brescia è l’unica città al mondo ad avere un vigneto urbano produttivo, il vigneto Pusterla (foto 1), posto sul versante Nord del castello e con un’estensione di 4 ettari. E’ il più grande vigneto urbano d’Europa, superiore anche a quello di Montmartre.

Questo vigneto in epoca longobarda forniva vino alle monache del Convento benedettino che era legato al monastero di San Salvatore. Qui si coltivano uve Invernenga e vendemmiate tardivamente per produrre il Pusterla Bianco, unico ed esclusivo vino della città.

Foto 2: Tempietto del Clitunno

Sulle vaste colline del territorio circostante, che si snoda tra le ultime propaggini delle Prealpi bresciane e il territorio pianeggiante a Sud-Est, caratterizzato da estese coltivazioni di viti, grazie ad una rete di sei percorsi appositamente creati da percorrere a piedi o in bicicletta è possibile venire a contatto nelle cantine di degustazione con vini eccezionali come il Botticino e il Capriano del Colle e poter gustare ricette tipiche del territorio. Tra le numerose tipicità ci sono i biscotti “Desideri” a base di farina di castagne, burro, aromi, uova e zucchero, recuperati e creati dal Consorzio Pasticceri di Brescia per omaggiare Desiderio, ultimo re dei Longobardi che prima di salire a trono aveva ricoperto il ruolo di Duca di Brescia.

Nella verde Umbria, celebre per l’area naturalistica delle fonti del Clitunno si trova il Tempietto del Clitunno (foto 2), sacello costruito in epoca longobarda tra gli inizi del VII secolo e l’VIII secolo. La facciata presenta splendide colonne ricoperte di foglie mentre l’interno è impreziosito da dipinti murali di notevole qualità.

Nell’area che comprende Spoleto e Campello sul Clitunno è notevole la tradizione gastronomica anche se nel tempo ha subito notevoli modifiche. Tra le tipicità risalta la Crescionda (foto 3), un dolce composto da tre stati differenti, il primo è fatto di amaretti e farina, il secondo è simile ad un budino, il terzo è sottile e di cioccolato. Durante la cottura i tre strati si sedimentano pur rimanendo differenti. In genere tale dolce è legato al Carnevale ma nei ristoranti si può trovare tutto l’anno.

In Campania, nel centro storico di Benevento si trova l’importante sito religioso longobardo della Chiesa di Santa Sofia, costruita intorno al 760 per volontà di Arechi II, duca di Benevento, come santuario per la salvezza del popolo longobardo.

Foto 3: Crescionda

Nella vasta produzione gastronomica del territorio si distingue il Pane di grano di saragolla del Beneventano, tutelato da un Presidio Slow Food, che deve il nome alla “saragolla” una antica varietà di grano duro, ancora coltivata nelle aree interne del Sannio. Oggi a seconda delle zone di produzione ci sono diverse tipologie di saragolla da cui si ricava una farina gialla e profumata da cui si produce il pane secondo particolari procedure tramandate di generazione in generazione.

In Puglia, ultima tappa del viaggio tra gli antichi territori longobardi, si trova nel comune di Monte Sant’Angelo il complesso della Basilica-Santuario di San Michele Arcangelo, costruito per fasi successive intorno ad una caverna calcarea che fu primitivo culto pagano, e divenuto dal VII secolo santuario nazionale dei Longobardi devoti al principe degli angeli considerato guaritore e accompagnatore delle anime al cospetto di Dio. Tale Santuario è considerato modello ispiratore per tutti i santuari edificati in Europa e dedicati a San Michele.

La dimensione religiosa presente nel territorio si coglie anche in alcune tradizioni culinarie tra cui spiccano le Ostie ripiene, un dolce composto da due cialde ovali di ostia, di colore bianco panna, che racchiudono un ripieno fatto di mandorle tostate e caramellate con zucchero e miele.

E per avvicinare più direttamente la gente alla civiltà longobarda, a partire dalla metà di marzo saranno allestite due mostre itineranti nei due siti di Brescia e Castelseprio-Torba.

di Giovanna Turchi Vismara – ASA