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All’Assemblea annuale svoltasi il 28 giugno sono intervenuti anche l’assessore regionale all’Agricoltura Alessio Mammi, il direttore generale di AIA Mauro Donda e il presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Nicola Bertinelli. Per tutti l’imperativo è lavorare per il futuro con una visione strategica

Più di 1,5 milioni di campioni di latte analizzati, quasi 240mila bovini da latte e oltre 12mila bovini da carne controllati rispettivamente in 1.734 e 508 allevamenti. A cui si aggiungono numeri altrettanto importanti legati all’attività di anagrafe del bestiame, alla fornitura delle marche auricolari, al servizio di controllo delle mungitrici e al lungo elenco di analisi di laboratorio, situato presso la sede provinciale di Reggio Emilia, dotato dei più innovativi strumenti diagnostici.

È partito da qui l’intervento con cui Maurizio Garlappi, presidente dell’Associazione regionale allevatori dell’Emilia Romagna (Araer), ha aperto i lavori della 50ma Assemblea annuale dell’Associazione, svoltasi in presenza nel pieno rispetto delle norme antiCovid, a cui hanno partecipato l’assessore regionale all’Agricoltura Alessio Mammi, il direttore generale di AIA Mauro Donda e il presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Nicola Bertinelli.

“Il 2020, nonostante l’emergenza pandemica che ci ha ovviamente condizionato – ha sottolineato il presidente Garlappi – ci ha visti impegnati in un’intensa attività sia progettuale che tecnica destinata all’implementazione di ulteriori e nuovi servizi per gli allevatori, a iniziare dall’innovativo sistema gestionale Si@lleva, che dal primo gennaio di quest’anno viene fornito e installato gratuitamente a tutti gli associati.  Sul fronte dei numeri, al 31 dicembre 2020 ARAER ha avuto sotto controllo 304.104 capi grossi, con un incremento di 30.409 soggetti rispetto al 2012. Il numero di allevamenti nel 2020 ha subito una riduzione del 2,47% portandosi a 3.401 unità rispetto all’anno prima, ma ha registrato un incremento nel numero dei capi dello 0,6% attestandosi a 487.586 soggetti. La produzione di latte ha incassato un +5,20% mentre i prezzi, sempre sul 2019, hanno subito una contrazione del 4,55%. Riguardo i  bovini da carne – ha continuato Garlappi –  le consistenze di capi e di allevamenti hanno registrato un’ulteriore riduzione con la Romagnola che continua purtroppo a evidenziare una situazione di estrema difficoltà rispetto alla quale speriamo di poter individuare a breve strategie efficaci di valorizzazione e promozione. Le conseguenze dell’emergenza Covid e la diffusione della Peste suina africana esplosa nel cuore dell’Europa hanno messo a dura prova il comparto suinicolo che a fine 2020 ha dovuto fare anche i conti con l’inasprimento dei costi di produzione legato all’aumento dei prezzi delle materie prime destinate all’alimentazione del bestiame. Pesante la situazione del settore ovicaprino che nei mesi di marzo e aprile 2020 ha dovuto subire un calo delle macellazioni generando un surplus di prodotto e un tracollo dei listini per gli agnelli. Meno marcati gli effetti che la pandemia ha prodotto sulla filiera avicunicola che ha visto un aumento produttivo dell’1%, ma una contrazione del 2,94% sul fronte dei prezzi. Positivo invece il risultato per le uova che hanno registrato un +14,35% nella produzione e un +0,85% riguardo i prezzi. 

Nell’anno che ci siamo lasciati alle spalle è inoltre proseguita l’attività legata al Progetto Leo, un’iniziativa che terminerà il 30 giugno 2023  finalizzata alla raccolta in allevamento di nuovi dati e parametri per valutare il livello di benessere animale, sicurezza alimentare, sostenibilità ambientale ed economica. I parametri raccolti  confluiranno in tre banche dati operanti però come una unica, dove sarà possibile fruirne in forma aggregata. Il Progetto Leo prevede un partenariato con AIA capofila e il coinvolgimento dell’Istituto zooprofilattico sperimentale di Teramo oltre a istituti di ricerca e atenei. ARAER è inoltre fortemente impegnata nell’attività  di tutela della sanità animale e nella riduzione del farmaco, in linea con quanto richiesto dalla Commissione nel contrasto al fenomeno dell’antibioticoresistenza. Ma è proprio sul benessere animale che stiamo giocando una grande partita – ha voluto rimarcare Garlappi –  Stiamo infatti andando avanti con l’iniziativa denominata Allevamenti del benessere attraverso la quale certifichiamo gli allevamenti di bovini da latte in base alla valutazione  di cinque indicatori che vengono rilevati con i normali controlli funzionali. Infine, ma non certo per importanza, in materia di servizi offerti agli associati, credo sia importante ricordare che dall’inizio del 2019 è operativo il nuovo Servizio mastite grazie all’attivazione presso il nostro laboratorio di Reggio Emilia del reparto di microbiologia dove si identificano gli agenti patogeni responsabili di questa patologia attraverso l’esame colturale e il successivo, eventuale antibiogramma: solo nel 2020 abbiamo eseguito 5.404 analisi microbiologiche e 260 antibiogrammi. 

Credo sia doveroso ricordare che attraverso il nostro servizio di biologia molecolare insieme a Paolo Moroni, docente universitario a Milano e a Itaca, negli USA, uno tra i massimi esperti internazionali in materia, e a Marco Nocetti del Consorzio del Parmigiano Reggiano stiamo portando avanti un progetto sulle Linee guida per la gestione e l’attuazione dell’asciutta selettiva finalizzato a un utilizzo mirato degli antibiotici in linea con quanto detto prima sul fenomeno dell’antibioticoresistenza e a vantaggio di una maggiore biosicurezza degli allevamenti. Siamo consapevoli che nonostante i significativi risultati ottenuti e i straordinari impegni assunti ci aspettano sfide importanti che intendiamo raccogliere – ha concluso Maurizio Garlappi –  perché ARAER continuerà sempre a svolgere tutte le attività e a garantire i servizi necessari agli allevatori per migliorare le produzioni e rendere la zootecnia emiliano-romagnola sempre più forte”.

“Nei prossimi anni la sfida per l’approvvigionamento del cibo sarà cruciale – ha sottolineato all’inizio del suo intervento l’assessore Alessio Mammi – e per questo è necessario investire e sostenere la nostra zootecnia che rappresenta un valore da comunicare bene, a dispetto di una disinformazione diffusa e di approcci ai vari problemi molto parziali. Nei 18 mesi che ci separano dall’entrata in vigore della nuova Pac (1 gennaio 2023 ndr) la nostra regione avrà a disposizione una dotazione di 408 milioni di euro di cui 120 saranno destinati al settore zootecnico. Risorse che per essere sfruttate, però, avranno bisogno di progetti ambiziosi che permetteranno alle filiere agroalimentari della nostra regione di ottenere il massimo rendimento  dalle interessanti opportunità che ci aspettano. Non è più tempo di navigare a vista. Per riuscire a conciliare la produttività con la sostenibilità ambientale, economica e sociale serve una prospettiva di grande respiro che dobbiamo realizzare a partire da subito”.

“Il 40% del pil nazionale è legato all’asset campi-trasformazione-turismo – ha scandito nel suo intervento Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano – una roba che va tutelata da chi in quell’asset ha un ruolo da protagonista. Cioè noi produttori, che gestiamo un fatturato complessivo di 140 miliardi di euro, 46 dei quali destinati all’export. Si fa presto allora a capire l’importanza di un sistema che oggi deve rispondere a una sempre più pressante richiesta proveniente dal mercato legata a come, quel prodotto, viene fatto. A livello globale attualmente produciamo cibo che potrebbe soddisfare il fabbisogno di 12 miliardi di persone, ma ne buttiamo il 38%. L’aumento della popolazione mondiale previsto da qui al 2050 non ci chiede di produrre di più, ma di farlo diversamente. Questo vuol dire saper giocare in anticipo, dimostrando di gestire la nostra distintività senza correre il rischio di doverla subire. È questo il prerequisito per continuare a stare saldamente sul mercato”.

Di insostituibilità del Sistema Allevatori AIA ha parlato infine Mauro Donda, direttore generale dell’Associazione italiana allevatori ricordando che “il nostro sistema è articolato, sa dialogare con le aziende e poggia le sue basi su una procedura di raccolta dati identica dall’estremo nord all’estremo sud del Paese, un aspetto che non si può sottovalutare e che invece certifica i nostri valori. Questo non significa che non esistono margini di ulteriore miglioramento sul quale da sempre il nostro impegno è e sarà costante e approfondito”.