Spesso sentiamo dire che un bicchiere di vino a tavola fa bene alla salute, fino a qualche tempo fa i pareri in merito erano discordanti, e ancora oggi se ne discute, a volte criminalizzandone l’uso anche se moderato, al punto tale da pensare di voler inserire nelle etichette delle bottiglie diciture al pari di quelle che possiamo leggere sui pacchetti di sigarette. Ipotesi queste che alimentano le ire di produttori e distributori che vedrebbero così penalizzati i loro prodotti.
Noi oggi però vogliamo informarvi in merito alla ricerca medico scientifica che si è concentrata sugli aspetti che il vino e i suoi derivati possono produrre sulla nostra salute. Ho personalmente partecipato, invitato dalla Facoltà di Farmacia dell’Università Federico II di Napoli, ad una nuova sperimentazione, dalla quale è scaturito un interessante risultato terapeutico. Si tratta di un nuovo test del sangue per la prevenzione da ictus e infarto, perfezionato nei laboratori della Facoltà stessa, al quale mi sono offerto di fare da cavia per monitorarne personalmente i risultati. L’esame di una sola goccia di sangue, ottenuta dalla semplice puntura di un dito, consente di dosare alcuni metaboliti dannosi derivati dai grassi animali (come la carne rossa) ma anche uova crostacei e formaggi introdotti con l’alimentazione giornaliera.

Negli stessi laboratori è stato anche messo a punto un “antidoto salva arterie” derivato dalle vinacce del vitigno Aglianico coltivato nell’areale della Dop/Docg Taurasi in Provincia di Avellino.
Ma come si è giunti alle conclusioni della ricerca? Tra i fattori di rischio di eventi cardiovascolari acuti, oltre a quelli già noti (colesterolo,trigliceridi ecc.) vi è una sostanza chimica (nome in codice Tmao) derivata dalla flora intestinale, frutto della digestione di nutrienti che troviamo nella carne rossa, uova e prodotti lattiero caseari ad alto contenuto di grassi animali.
In pratica Tmao è la nuova spia del rischio cardiovascolare e lo studio è partito da una ricerca pubblicata sull’European Heart Journal, in cui è stato verificato, su pazienti con sindrome coronarica acuta, che alti livelli di Tmao preannunciano infarti ed eventi avversi cardiaci maggiori, dati poi confermati da ulteriori studi sulla popolazione. Il passaggio successivo è stato l’affinamento di una tecnica semplice e a basso costo per il dosaggio di tale sostanza nel sangue. Il metodo è veloce ed estremamente sensibile ed è possibile analizzando una sola goccia di sangue, prelevata mediante l’uso di un pungidito, con risultato a distanza di sole due ore dal prelievo. Il valore di Tmao è modificabile, ma studi sull’uomo non erano ancora disponibili. Qui entra in gioco l’estratto polifenolico di vinaccia di vino rosso (denominato Taurisolo) che si è rivelato particolarmente efficace nel ridurre i livelli di Tmao. Tale prodotto, a base di estratto polifenolico di vinaccia della varietà Aglianico, è stato capace di portare a circa un terzo la concentrazione originaria di Tmao già dopo un mese di trattamento.


Tutto ciò chiarisce definitivamente il ruolo protettivo del vino rosso per le arterie. Da questi studi è derivato un farmaco nutraceutico in pillole, già disponibile da un po’ di tempo nelle nostre farmacie che ha il vantaggio, rispetto al vino, di concentrare in una sola capsula l’equivalente di polifenoli contenuti in tre quarti di vino rosso che a tavola, è bene precisarlo e consigliarlo, non va consumato oltre la dose di un bicchiere, per evitare che ne si annullino i benefici con un assunzione smodata. In seguito alla scoperta di questi benefici sono nati anche prodotti che includono il taurisolo nella loro composizione, come ad esempio una magnifica birra artigianale, la Frieden al taurisolo, prodotta da Ivano Meola a Montefredane in provincia di Avellino, che prima di altri ne ha brevettato la formula e ci ha concesso il privilegio di degustarla in anteprima. Semplicemente ottima!
(Immagine di apertura di MasterTux da Pixabay)