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Il Presidente Confagricoltura Massimiliano Giansanti visita a Genova Euroflora e incontra le imprese.

Il settore florovivaistico italiano vale 3,14 miliardi di euro, che rappresentano il 4,7% del valore della produzione agricola totale. L’Italia è il terzo principale Paese produttore della UE dopo Paesi Bassi e Spagna. L’export è di circa 1,2 miliardi (pari all’1,4% dell’export agroalimentare totale), con Francia, Paesi Bassi e Germania i principali mercati di sbocco.

“La qualità delle nostre produzioni è apprezzata in tutto il mondo – dichiara il presidente della Federazione Nazionale Florovivaismo Luca De Michelis – Gli Stati Uniti, benché non siano il nostro primo mercato, rappresentano una piazza importante per il comparto.

I dazi colpirebbero questo settore, che sta ancora patendo da anni la mancanza del mercato russo. L’Italia vanta tuttavia una tradizione secolare nel campo dell’ibridazione, che nel tempo ha portato a nuove varietà oggi presenti nel mondo. Ad esempio, la maggior parte delle rose coltivate in Centro America sono di ibridazione italiana; così anche per i garofani e gli anemoni. Per i ranuncoli abbiamo individuato cloni che, dall’Italia, sono entrati sul mercato con una nuova varietà nata proprio qui in Liguria”.

“A Euroflora l’Italia esalta la sua capacità progettuale e produttiva, fatta di tecnologia, ricerca applicata e innovazione. Questo in un momento particolare a livello globale, in cui gli scambi internazionali sono fortemente influenzati dalle politiche USA relative ai dazi e alle barriere non tariffarie che molto incidono sui nostri prodotti agricoli e per i quali chiediamo reciprocità”.

Così il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, oggi in visita ufficiale ad Euroflora, la manifestazione internazionale in corso a Genova e dedicata al florovivaismo, dove l’Organizzazione è presente con un ampio spazio che ospita incontri, convegni e attività didattiche a cura della Liguria. Un’occasione che va oltre il comparto e abbraccia i grandi temi dell’agricoltura: i mercati, il ricambio generazionale, il cambiamento climatico. Focus approfonditi con enti e istituzioni.

Gli operatori dicono che nel 2050 la Liguria avrà il clima che oggi ha Marrakech. Questo significa tropicalizzazione, innalzamento delle temperature, siccità e, parallelamente, fenomeni alluvionali più frequenti. Di qui la necessità di trovare soluzioni innovative per mantenere il patrimonio verde, renderlo più resistente per permettere a tutti di continuare a beneficiarne.