L'ITALIA DEI SAPORI
A cura di Marina Cioccoloni / cioccoloni@asa-press.com

A Leonessa si celebra la patata

Sono ormai 26 anni che Leonessa (Rieti) nella seconda domenica di ottobre attira nutrite folle di appassionati da tutto il centro Italia e oltre. Il motivo? Presto detto, la sagra in onore della patata leonessana, uno dei prodotti locali più tipici , coltivata nella piana di Leonessa e apprezzata sia nella varietà a pasta gialla che in quella a pasta rossa.
La sagra, che si declina ogni anno con un ricco programma di spettacoli e animazioni, è un valido motivo per una visita alla piccola cittadina, sita in una vallata tra i monti del reatino proprio al confine tra Lazio, Abruzzo e Umbria e meta di turismo sia estivo che invernale, anche grazie alle preziose testimonianze storiche e artistiche del suo passato medievale. La località infatti, grazie anche ai numerosi edifici ricchi di opere d’arte e alla salubrità dell’aria, nel 2003 è stata insignita del titolo di Bandiera Arancione, il prestigioso marchio di qualità che il Touring Club Italiano assegna alle piccole località italiane che rispondono a determinati criteri di qualità turistico ambientale.

Una visita a piedi tra le vie del centro storico di Leonessa, che ha mantenuto quasi inalterato l’assetto urbanistico del XIV secolo, con le strade che convergono verso la piazza principale e le due antiche porte di accesso al borgo, Porta Aquilana del XIII secolo, da dove partiva la strada per L’Aquila, e Porta Spoletina del XIV, da dove, attraverso Monteleone di Spoleto, partiva la strada verso lo Stato Pontificio, permetterà di scoprire numerosi edifici storici e chiese di gran pregio.

Una particolarità da non perdere è il suggestivo e monumentale presepe a tre piani in terracotta policroma di scuola abruzzese risalente ai primi anni del XVI secolo e conservato nella cappella omonima nella Chiesa di San Francesco, la cui fondazione è quasi coeva a quella della città poiché la prima pietra fu posta dal Vescovo di Rieti Pietro Gerra nel 1285. Il presepe, composto da 37 figure più il bue e l’asinello, è una pregevole opera della tradizione dei presepi plastici composti da figure collocate su uno sfondo tridimensionale e possiede i classici elementi di regionalizzazione della tradizionale natività, con i volti che riflettono i tratti somatici delle popolazioni locali, gli abiti tipici dei contadini del tempo e gli strumenti musicali dei pastori. Una delle particolarità del presepe di Leonessa è la presenza di un pastore che porta in braccio una zampogna a due flauti. Ad oggi questa è la prima raffigurazione che si conosca di un personaggio con la zampogna, strumento caratteristico suonato ancora nei paesi del basso Lazio, Molise e Campania.

I leonessani sono da sempre attaccati al presepe della Chiesa di San Francesco che ancora oggi si racconta di quando, durante il ventennio fascista, ci fu un tentativo di trasportarlo temporaneamente a Venezia in occasione di una esposizione. I paesani, temendo che il trasferimento diventasse definitivo, vi si opposero risolutamente e a nulla valsero i tentativi di mediazione delle varie autorità. Furono irremovibili e alla fine l’idea del trasferimento fu abbandonata.

La chiesa oltre al chiostro racchiude anche la cripta con un ciclo di interessanti affreschi di scuola giottesca scoperti recentemente durante un restauro eseguito per riparare i gravi danni strutturali subiti dal complesso dopo il terremoto del 1979.

Altro monumento di pregio, da tutti riconosciuto come l’emblema cittadino, è la fontana “Margaritiana”, donata alla città da Margherita d’Austria nel 1548, “pro pubblica omnium utilitate et ornamentum”, cioè per abbellire la piazza (oggi Piazza 7 aprile) e per convogliare le acque dell’acquedotto in pietra lungo 3 miglia. Sullo zoccolo su cui poggia la vasca si può leggere l’iscrizione latina a ricordo del dono di Margherita: “Dulcior hac nulla salubrior unda monstrorum licet et faucibus illa cadat austriacae donum est divae, quae non modo sed docet ingegnium mitius esse feris” (Non c'è acqua più dolce di questa, non c'è acqua più salubre di questa, quantunque precipiti dalle bocche di mostri, essa è dono della signora austriaca che non solo a noi, ma anche alle fiere insegna ad avere un'indole più mite).

La sagra della patata leonessa è l’occasione per gustare non solo le patate fritte, lesse e preparate in mille altri modi, ma anche gli gnocchi al sugo o conditi con il tartufo e la “rescallata”, una particolarissima specialità locale, semplice e saporita come tutte le ricette di un tempo, a base di patate lesse saltate in padella con salsiccia  e pancetta. Non mancherà il vino locale e la grande mostra mercato dei prodotti tipici (formaggi, miele, funghi, tartufi e salumi) e dell’artigianato grazie ad oltre centocinquanta espositori che riempiranno il centro storico con le loro bancarelle.

Per chi non riuscisse ad essere a Leonessa per la sagra della patata leonessana un’ulteriore occasione di visita è durante il Palio del Velluto, che si svolge ogni anno l’ultima domenica del mese di giugno.