IL FALSO ITALIANO
A cura di Roberto Rabachino / presidente@asa-press.com

Agroalimentare: nel 2016 export record a 38 miliardi



La qualità made in Italy spinge il record storico delle esportazioni di prodotti agroalimentari, che nel 2016 hanno raggiunto il massimo di sempre, arrivando a quota 38 miliardi di euro, grazie a una crescita del 3%. Tra i principali settori dell’export tricolore il prodotto più acquistato all’estero si conferma il vino con una crescita del 3% davanti all’ortofrutta fresca (+4%), ai formaggi (+7%) e all’olio che fa segnare un +6%. Balzo in avanti anche dai salumi, con un +8%.


Quasi i tre quarti delle esportazioni interessano i Paesi dell’Unione Europea, con il mercato comunitario che aumenta il proprio peso grazie a un incremento del 4%; ma il made in Italy a tavola continua a crescere su tutti i principali mercati, dal Nord America all’Asia fino all’Oceania. Solo in Russia l’export continua a soffrire pesantemente gli effetti dell’embargo che non ha impedito però di raggiungere il record. 

Il record fatto segnare sulle tavole straniere è significativo delle grandi potenzialità che ha l’agroalimentare italiano che traina la ripresa dell’intero made in Italy. L’andamento sui mercati internazionali potrebbe ulteriormente migliorare da una più efficace tutela nei confronti della agropirateria internazionale che fattura oltre 60 miliardi di euro utilizzando impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all’Italia per prodotti taroccati che non hanno nulla a che fare con la realtà nazionale.

All’estero sono falsi quasi due prodotti alimentari di tipo italiano su tre. In testa alla classifica dei prodotti più taroccati ci sono i formaggi a denominazione di origine Dop a partire dal Parmigiano Reggiano e dal Grana Padano, ma anche il Provolone, il Gorgonzola, il Pecorino Romano, l’Asiago o la Fontina. Poi ci sono i nostri salumi più prestigiosi dal Parma al San Daniele che vengono spesso “clonati”, ma anche gli extravergini di oliva, le conserve e gli ortofrutticoli come il pomodoro San Marzano. Se gli Stati Uniti sono i “leader” della falsificazione, le imitazioni dei formaggi italiani sono molto diffuse dall’Australia al Sud America, ma anche sul mercato europeo (fonte dati Coldiretti)