Il falso Made in Italy a tavola non conosce confini

Quasi due prodotti su tre sono contraffatti. La falsificazione e l'imitazione del made in Italy inonda il mercato internazionale di alimenti che in realtà non hanno nulla a che vedere con le realtà produttive di casa nostra. Si va dai salumi alle conserve, dal vino ai formaggi fino agli oli extravergine, sughi o pasta e riguarda tutti i continenti. Con una differenza rispetto altri articoli taroccati della moda o della tecnologia: a contraffare il cibo italiano non sono i Paesi poveri, ma in larga parte quelli emergenti o i più ricchi, Stati Uniti e Australia in testa.
In testa alla classifica dei prodotti del made in Italy alimentare più contraffatti ci sono i formaggi, Parmigiano Reggiano e Grana Padano in primo luogo, che negli Stati Uniti in quasi nove casi è sostituito dal Parmesan prodotto in Wisconsin o in California. E poi il Gorgonzola, il pecorino Romano, l'Asiago o la Fontina, tutti rigorosamente taroccati.
Seguono in graduatoria i salumi, con il prosciutto di Parma o San Daniele, sempre più spesso "clonati", gli extravergine di oliva e le conserve come il pomodoro san Marzano prodotto però in California e venduto in tutti gli States. Almeno in un Paese su quattro tra quelli che partecipano ad Expo sono prodotte e vendute imbarazzanti interpretazioni di piatti e prodotti alimentari falsamente italiani.