IL FALSO ITALIANO
A cura di Roberto Rabachino / presidente@asa-press.com


Agromafie e falso italiano, un business da 15,4 miliardi di euro
L’agroalimentare è una delle nostre ricchezze. E, come su tutte le ricchezze, la criminalità organizzata fa affari d’oro. In crescita costante. Per la precisione del 10% rispetto al 2013. Questo, almeno, secondo i numeri raccolti da Coldiretti, Eurispes e dalla fondazione di Coldiretti. Nel documento si stima un giro d’affari da 15,4 miliardi di euro per il 2014, frutto di strategie criminose sempre più raffinate: dagli intrecci societari alla conquista di marchi di prestigio fino all’influenza e al condizionamento su produzione e distribuzione. Qualche esempio? Quello della ristorazione. Sono almeno 5mila i locali in qualche modo controllati dalla criminalità organizzata. Attività apparentemente “pulite” fondamentali per riciclare gli introiti di quelle sporche drogando oltre tutto il mercato. Il rapporto segnala anche pericoli per l’Expo 2015. Non solo in termini di appalti truccati, tangenti e ritardi sui quali si sono concentrate le inchieste degli ultimi anni. Si tratta anche del rischio, sull’ondata di un’eccezionale opportunità di visibilità, di un’ulteriore invasione di migliaia di tonnellate di prodotti e generi alimentari spacciati per tricolori e per eccellenze italiane per un valore oltre i 60 miliardi di euro.