IL BENESSERE A TAVOLA
A cura di Gudrun Dalla Via / dallavia@asa-press.com

Goji, le rosse bacche della salute

Nell’Estremo Oriente, soprattutto in Tibet, le bacche dell’arbusto goji si apprezzano da millenni per le loro numerose virtù nutrizionali e salutistiche, tanto è vero che vengono chiamate anche “bacche della lunga vita”. Da noi sono giunte abbastanza di recente, ma fanno già parlare molto di sé. E’ probabile che presto metteremo una manciata di queste ghiotte bacche rosse nel sacchetto della merenda da far portare a scuola, oppure nello zainetto delle escursioni, o che le teniamo sulla scrivania per i momenti di stanchezza o… di attacchi di fame. O ancora, che le inseriamo in sfiziose ricette, dolci e non.



Le bacche che vengono da lontano
Goji è una parola facile da ricordare ed è una contrazione del nome popolare cinese. Il nome botanico invece è Lycium, nelle specie barbarum e chinense, entrambe della famiglia delle solanacee (come il pomodoro, le patate, le melanzane, peperoni e peperoncino, il tabacco ecc.). La loro origini sono le valli dell’Himalaya, dal Tibet alla Mongolia, e nelle province cinesi Xinjian e Ningxia. Vi crescono spontanee, ma vengono anche coltivate da migliaia di anni, in quanto le loro proprietà sono tenute in altissima considerazione, tra l’altro dalla medicina tradizionale cinese (MTC).

Quale è il segreto delle bacche goji?
Il contenuto in sali minerali, oligoelementi e sostanze antiossidanti è notevole, ma l’analisi chimica non riesce a spiegare tutto. E’ sicuramente l’insieme di fattori, in un eccezionale gioco di squadra, a fare la forza del goji. Probabilmente poi verranno scoperte ancora dei componenti finora poco esplorati dalla ricerca occidentale.
Intanto è importante considerare che le bacche goji sono l’alimento più ricco in sostanze antiossidanti, le quali sono le principali responsabili per la disintossicazione del nostro organismo. Infatti le sostanze antiossidanti vengono chiamate scavenger in inglese, cioè “spazzini” – di vene, arterie, intestino e altri organi interni.
Interessante è la presenza contemporanea di cromo, zinco e germanio, fondamentale per un buon funzionamento del sistema immunitario nonché del metabolismo in generale.
Un aspetto particolare è il suo indice glicemico molto basso, nonostante il sapore gradevolmente dolce-acidulo, e insieme un ottimo effetto saziante, anche a piccole dosi. Ciò significa che anche i diabetici possono concederselo. Non solo: in caso di fame fuori pasto, con il consumo di alcune bacche goji si resiste facilmente alla tentazione della brioche o del toast, e si evita l’altalena di picchi e cali glicemici, con grande beneficio anche… per la linea.
L’apporto di macronutrienti è equilibrato, con 10 % di proteine, 20 % di carboidrati e meno del 6 % in grassi (con però presenza di acidi grassi Omega 3 e 6). E’ piuttosto tutto il resto che conta: una vera miniera di diversi tipi di carotenoidi (potenti antiossidanti), vitamina C e B1, zeaxantina, luteina, ferro.



Usi tradizionali e nuovi
La medicina tradizionale cinese considera fondamentale l’uso delle bacche goji, per il trattamento di un grande numero di carenze alimentari nonché di malattie, anche gravi. Le ricerche scientifiche eseguite, ormai da diversi anni, in università occidentali (soprattutto negli Stati Uniti) hanno confermato in pieno queste conoscenze, basate in origine sulla tradizione e sulla osservazione.

Un elenco (per nulla completo) delle possibili applicazioni:
• migliorano la capacità di concentrazione e la memoria
• migliorano l’umore
• aumentano la resistenza alle malattie infettive; infatti le bacche goji sono un potente adattogeno
• coadiuvante nella ipertensione
• coadiuvante nel trattamento delle allergie
• si sono rivelate utili persino nel trattamento coadiuvante della artrite reumatoide
• aumentano il livello energetico e il tono muscolare
• migliorano la resistenza alla fatica
• migliorano la qualità del sonno
• riducono le conseguenze dello stress, sia fisico che mentale
• riducono il livello di colesterolo, se eccessivo
• hanno azione antiossidante e disintossicante
• migliorano l’elasticità di vasi e tessuti, pelle compresa
• proteggono la pelle dai raggi dannosi UV
• riequilibrano la flora batterica intestinale
• migliorano la digestione e il metabolismo
• hanno un bassissimo IG (indice glicemico): 28, contro 38 della mela e 42 dell’arancia, e un ottimo effetto saziante

Che cosa troviamo sul mercato?
In Italia, per ora la forma più diffusa sono le bacche goji essicate. Solitamente i produttori hanno grande cura in un processo di essicazione delicata per mantenere al massimo tutte le proprietà delle bacche. Ovviamente ci sono poi delle aziende che vantano procedimenti particolarmente attenti, come per esempio quelle che commercializzano un prodotto chiamato Xing Dal, lavorato artigianalmente e in tempi lunghi.
Negli Stati Uniti si tende a consumare il succo, ritenuto ancora più prezioso e vitale e di più veloce disponibilità nutrizionale, rispetto alle bacche essiccate – ma naturalmente anche in questo caso dipende sempre dal procedimento stesso di estrazione e dall’uso o meno di additivi. Possiamo trovare il goji anche in integratori alimentari, in barrette energetiche e merende speciali, in biscotti e simili, in succhi misti, nelle marmellate. In questi casi una attenta lettura della etichetta ci permette di individuare la presenza in percentuale.
E vi è persino, anche in Italia, chi coltiva gli arbusti di goji in giardino o sul balcone, per disporre dei frutti freschi. Per ora però non vi sono grandi esperienze in questo settore.



Quanto e come assumere le bacche goji?

Già poche bacche possono dare un senso di energia e di benessere. Per una integrazione attraverso un certo periodo, per esempio nei mesi invernali più critici, oppure quando vi sono delle condizioni ambientali difficili, si considera opportuno il consumo di 20 grammi per un adulto di peso medio. Per i bambini ovviamente si riduce la dose, secondo l’età e il peso corporeo.
Le goji sono buonissime sgranocchiate da sole. Hanno un sapore che ricorda i frutti di bosco come fragole, lamponi o mirtilli, ma un poco anche l’uva passa.
Però sono un ottimo ingrediente pure per arricchire lo yogurt, per preparare dei frullati, per decorare le macedonie o dei dolcetti fatti in casa, e, nei piatti salati, per dare allegria ai risotti e timballi.

Controindicazioni
I casi in cui è preferibile astenersi dall’assunzione di goji sono davvero pochi. Si tratta essenzialmente di pazienti dopo un trapianto d’organo, perché le bacche goji stimolano molto il sistema immunitario, il ché potrebbe portare fino a fenomeni di rigetto. Infatti questi pazienti di solito debbono assumere dei farmaci immunosoppressori.
Inoltre, chi soffre di allergia o intolleranza ad altre solanacee, come per esempio al pomodoro, dovrebbe fare delle prove per verificare se il goji è invece ben tollerato. In caso di allergie molto gravi (ma rare, per le solanacee) può essere preferibile astenersi completamente dal consumo di goji. Per il resto ricordiamo che in Asia le bacche goji vengono utilizzate come terapia, proprio contro le allergie.

(Vita e Salute, gennaio 2014)