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Giornata mondiale Alimentazione, Fondazione Barilla: Italia leader in Europa per consumo di frutta e verdura, ma tra i giovani è rischio obesità e malnutrizione
  • Italia prima in EU per consumo di frutta e terza per intake di verdura: li consumano rispettivamente una volta al giorno l’85% e l’80% degli italiani1, ma il 58,5% dei nostri connazionali resta sovrappeso o obeso, mentre il 2,5% è malnutrito

  • A livello globale, un’alimentazione non salutare associata a ridotta attività fisica è la principale causa di disabilità e morte (più del fumo). L’obesità costa in cure circa 2 trilioni di dollari2. Un dato che deve mettere in guardia anche l’Italia

  • In occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione e a poche settimane dal 10° Forum Internazionale su Alimentazione e Nutrizione, Fondazione Barilla presenta i consigli per una dieta sana e sostenibile

Milano, 9 ottobre 2019 – Il cibo e l’alimentazione che adottiamo sono fattori determinanti per la qualità e la durata della nostra vita. Gli italiani sono uno dei popoli più longevi al mondo (circa 83 anni) e con l’aspettativa di vita in salute maggiore (73 anni in media)3 e questo anche grazie alla Dieta Mediterranea che da sempre guida le nostre scelte a tavola. Il nostro elisir di lunga vita è merito anche di uno dei consumi di frutta e verdura4 tra i più alti d’Europa: l’85% dei nostri connazionali consuma frutta ogni giorno (al primo posto in Europa) e l’80% ha inserito le verdure all’interno della propria dieta quotidiana (al terzo posto nel Vecchio Continente). Eppure, il progressivo distacco da questo modello alimentare rischia di metterne a rischio gli effetti positivi sulla salute delle persone. A farne le spese sembrano esserne i più giovani: da un lato, il 2% dei bambini sotto i 5 anni soffre di disturbi della crescita, lo 0,7% è deperito (ha un peso troppo basso rispetto all’altezza) e lo 0,9% è sottopeso. Nella fascia 5-19 anni predominano inoltre obesità e sovrappeso: ne soffrono circa 4 bambini su 10. Una condizione sfavorevole che si potrebbe perdurare anche nell’età adulta. Oggi circa il 59% degli italiani è in sovrappeso (rispetto al 2,5% della popolazione che è malnutrita) e al tempo stesso meno del 60% dei nostri connazionali raggiunge livelli di attività fisica raccomandati. Il connubio dieta non salutare-sedentarietà deve far scattare un campanello d’allarme, visto che nel mondo questa concomitanza di fattori è diventata la principale causa di disabilità e morte, più dei danni causati dal fumo5. È questa in sintesi la fotografia scattata da Fondazione Barilla in occasione della presentazione del 10° Forum Internazionale su Alimentazione e Nutrizione, che organizzerà a Milano il 3 dicembre e a pochi giorni Giornata Mondiale dell’Alimentazione che ricorre il 16 ottobre.

I cambiamenti dei modelli alimentari a cui assistiamo da diversi anni in Italia iniziano a mostrare le prime conseguenze, soprattutto tra i più giovani, con una contrapposizione tra obesi e malnutriti. Un andamento a due velocità che nel mondo si traduce in 820 milioni di persone che soffrono la fame, rispetto agli oltre 672 milioni di adulti e 120 milioni di giovani obesi (tra i 5 e i 19 anni)6. “Fame e obesità sono la riprova di un sistema alimentare in profonda crisi. I 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 ONU ci mostrano un legame sempre più forte con il cibo, inteso come modo di coltivarlo, produrlo, consumarlo e sprecarlo. Un esempio lo offre questa Giornata Mondiale, che pone l’accento sull’Obiettivo #2: “Fame Zero”. Questo Obiettivo ci impegna a sconfiggere la povertà7, perché attualmente il 75% delle persone più povere del mondo dipende dall'agricoltura per il proprio sostentamento e, al tempo stesso, il 50% di chi ha fame proviene proprio da famiglie di agricoltori. Una corretta alimentazione contribuisce alla salute delle persone, ma non possiamo sottovalutare che l’obesità costa, all’economia mondiale, 2 trilioni di dollari all'anno in termini di trattamenti medici8. Ecco perché per invertire questa rotta dobbiamo ripensare un sistema alimentare che deve trovare la propria rotta verso uno sviluppo veramente sostenibile”, ha dichiarato Anna Ruggerini, Direttore Operativo della Fondazione Barilla.

In quest’ottica, Fondazione Barilla ha dato il via a progetti e iniziative che puntano con forza a dare un contributo concreto verso questo cambiamento. Lo sta facendo con il progetto europeo Su-Eatable Life, che mira a ridurre le emissioni di CO2 e l’impronta idrica relativa al consumo di cibo, intervenendo in alcune mense di aziende e università europee, promuovendo una dieta sana e sostenibile. Lo fa attraverso la realizzazione di studi scientifici, come il report “Fixing the Business of Food: The Food Industry and the SDG Challenge”, in cui affronta il tema del ruolo che il settore alimentare ha nel raggiungimento gli SDGs, fornendo alcune raccomandazioni per poter agire concretamente nella trasformazione – in chiave sostenibile – della produzione di cibo e lanciando una call to action globale alle aziende. Infine, lo fa ormai da 10 anni con il Forum Internazionale su Alimentazione e Nutrizione, che quest’anno si terrà a Milano il 3 dicembre, con l’obiettivo di dare un contributo tangibile al processo di trasformazione, mettendo a sistema le esperienze e le competenze di chi nel mondo combatte per un sistema alimentare sempre più sostenibile.


I PRINCIPI DI BCFN PER UNA DIETA SANA E SOSTENIBILE

Secondo le stime FAO, nei prossimi anni i danni ambientali causati dal modo in cui produciamo il cibo potrebbero aumentare del 50-90% (soprattutto tra i Paesi a bassi e medio reddito). I singoli cittadini cosa possono fare per dare il loro contributo ad un cambiamento che appare ormai sempre più urgente? Possono fare molto, adottando diete sane e sostenibili e riducendo così significativamente l’impatto sul Pianeta. Fondazione Barilla nell’ambito del progetto Su-Eatable Life, ha elaborato alcuni principi che aiutano a compiere scelte giuste sia sul fronte della salute che su quello alimentare:

  1. Privilegia piatti o pietanze a base vegetale

Poni frutta, verdure, legumi e frutta secca alla base della tua dieta giornaliera

  1. Modera il consumo di carne

Gusta la carne in quantità moderate, specialmente quando si tratta di carne rossa o processata

  1. Gusta i latticini con moderazione

Consuma I latticini, compreso il latte, con moderazione

  1. Evita gli eccessi

Evita di eccedere con il cibo in tavola o nella tua dieta in modo da prevenire l’assunzione di calorie in eccesso e lo spreco di cibo

  1. Adotta una dieta varia

Esplora la biodiversità offerta dalla natura. Varia la tua alimentazione in base alle stagioni e gusta i prodotti tipici regionali o le varietà locali.

  1. Preferisci i cibi freschi e non eccessivamente elaborati

Mangia cibo fresco e preparato quanto più naturalmente

  1. Bevi acqua di rubinetto quando è potabile

Bevi molta acqua, preferendo acqua potabile di rubinetto rispetto ad acqua in bottiglia

  1. Riduci il monouso!

Riduci, riusa, ricicla gli imballaggi portando con te, ogni volta che è possibile, contenitori, tazze e buste. Scegli i cibi con minor imballaggio e ricicla o riutilizza i materiali quando possibile.

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BCFN PRESS OFFICE c/o INC ISTITUTO NAZIONALE PER LA COMUNICAZIONE

[1] Do you eat fruit and vegetables daily? https://ec.europa.eu/eurostat/web/products-eurostat-news/-/DDN-20190401-1?inheritRedirect=true

[2] Economic Burden of Obesity: A Systematic Literature Review https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5409636/

[3] Food Sustainability Index, indice realizzato dalla Fondazione Barilla e The Economist Intelligence Unit

[4] Dati Eurostat

[5] https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(19)30041-8/fulltext

[6] http://www.fao.org/world-food-day/theme/it/

[7] The hunger project https://www.thp.org/knowledge-center/know-your-world-facts-about-hunger-poverty/

[8] https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5409636/


2 Economic Burden of Obesity: A Systematic Literature Review https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5409636/

3 Food Sustainability Index, indice realizzato dalla Fondazione Barilla e The Economist Intelligence Unit

4 Dati Eurostat