ENTI E MINISTERI
Futuro della politica agricola comune, parte la riforma

Parte la riforma della politica agricola comune dopo il 2020. La Commissione europea ha avviato in data 2 febbraio 2017 la prima fase di ammodernamento della PAC. Agricoltori, cittadini, organizzazioni e altre parti interessate avranno modo di esprimersi sul futuro della PAC tramite una "consultazione pubblica". A seguito di questa consultazione, che rimarrà aperta 12 settimane, i risultati ottenuti verranno pubblicati online e presentati dal Commissario Hogan, responsabile per l'Agricoltura e lo sviluppo rurale, nell'ambito di una conferenza prevista a Bruxelles nel luglio 2017.

Il fine ultimo è quella di modernizzare e armonizzare la politica agricola comune con quelle che sono le esigenze attuali. Questa deve, infatti, amalgamarsi nel quadro delle politiche dell'UE, soddisfare gli obbiettivi di sviluppo sostenibile e rispettare l'accordo di Parigi sui cambiamenti climatici.

La consultazione pubblica prevista dà attuazione a quella che era la tabella di marcia per la futura politica agricola prospettata dal Presidente della Commissione J.C. Juncker annunciata a dicembre.

Riprendendo le parole del Commissario Hogan, la politica agricola mira, indubbiamente, a portare benefici nel lungo periodo quali: sicurezza alimentare, vitalità delle aree rurali, ambiente rurale e contributo alla lotta ai cambiamenti climatici.

La politica agricola comune fu varata nel 1962 ed è una delle politiche di lunga tradizione dell'Unione. Sebbene i più importanti contributi siano stati forniti con le riforme del 2013 risulta, tuttavia, necessario migliorare l'attuale politica agricola per renderla più efficace di fronte alle molteplici sfide dei mercati agricoli.

Per capire meglio quanto sia importante una politica nel settore agricolo basti pensare che questo settore all'interno dell'Unione si compone di circa 11 milioni di stabilimenti, con ben 22 milioni di agricoltori.

Questo settore deve inoltre fronteggiare il problema della recessione e dei cambiamenti climatici, la scarsità d'acqua e i costi di energia che rendono ancora più doveroso tutelare il settore. L'Unione europea è uno dei maggiori esportatori di prodotti alimentari per cui è nel suo stesso interesse determinare migliori condizioni per i soggetti che in prima persona se ne occupano.

L'attuale panorama, infatti, determina il sorgere di un intervento reale e coerente che possa soddisfare le esigenze di tutte le parti in causa. Non solo degli agricoltori ma anche di chi quei prodotti li consuma.

Valeria Ricca e Francesco Laera

COMM-REP-MIL@ec.europa.eu

http://ec.europa.eu/italy/index_it.htm



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