AZIENDE E PRODOTTI
Mais, perso il 30% delle superfici in 10 anni. Alleanza Cooperative, rilanciare la coltura con un piano nazionale e puntando sulla ricerca
 
La coltivazione di mais in Italia continua a calare, con le superfici nazionali che sono scese sotto i 700.000 ettari nel 2016, con una contrazione del 30% in 10 anni. Una flessione in assoluta controtendenza rispetto ai trend di crescita mondiali delle produzioni di mais. Una criticità che l’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari ha messo al centro di un incontro di studio organizzato a Bologna in cui produttori e cooperative hanno approfondito il tema confrontandosi con diversi rappresentanti del mondo della ricerca.
“È necessario porre la massima attenzione sulla contrazione preoccupante di superfici del mais che non si registrava da qualche decennio”, ha dichiarato Augusto Verlicchi, Vice Coordinatore Settore grandi colture e servizi dell’Alleanza. “Il calo della produzione nazionale, genera – spiega Verlicchi – un aumento dei costi per il nostro Paese (una recente stima di Assalzoo li ha determinati in oltre 3 miliardi di euro negli ultimi 4 anni) e la messa in pericolo delle produzioni Dop che sono un vanto non solo economico per il nostro Paese”.
“Occorre lavorare alla predisposizione di un Piano d’azione nazionale specifico sul mais, che possa disporre di adeguate risorse finanziarie. Fondamentale poi sarà – spiega ancora Verlicchi – in fase di revisione della Pac, il ricorso a misure di sostegno attraverso gli strumenti europei. Per il rilancio di una coltura fortemente legata alle principali produzioni di qualità nazionali, sarà a nostro avviso imprescindibile puntare su ricerca e innovazione”
Il coordinatore del Settore Grandi Colture e Servizi dell’Alleanza Patrizia Marcellini ha sottolineato quanto sia importante anche “porre l’accento sulla filiera, che è in grado di operare un controllo sulla qualità delle produzioni e di garantire la marginalità ai produttori, anche in considerazione della necessità di una adeguata valorizzazione e differenziazione del prodotto. Occorre lavorare a misure urgenti di sostegno come fatto lo scorso anno per il grano duro”.
Alla giornata di studio hanno partecipato ricercatori e docenti di enti di ricerca e università quali Crea, Università degli studi di Torino, Cib – Consorzio Italiano Biogas e Gassificazione e Università cattolica del Sacro cuore.
 
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