QUALITA'
Coldiretti: la scadenza dell’olio di oliva è una tutela per la salute

Moncalvo: Sarebbe un altro regalo alle multinazionali che operano nel settore

Un nuovo rischio per l’olio di oliva italiano. Dopo l’invasione delle produzioni straniere la Coldiretti denuncia «il tentativo di eliminare la data di scadenza dell’olio di oliva mettendo a rischio la qualità, a danno dei consumatori». Lo fa da Bari con migliaia di agricoltori, che con i trattori sono scesi in strada questa mattina per difendere l’agricoltura italiana nell’ambito della manifestazione denominata «Le mani dell’Europa nel piatto», paventando i rischi di un disegno di legge europeo «diretto a modificare l’articolo 7 della legge n. 9 del 2013 nella parte in cui prevede un termine minimo di conservazione non superiore ai diciotto mesi per l’olio di oliva». Di fatto si tratta di una norma che secondo l’associazione agricola «favorisce - si denuncia in una nota - lo smaltimento di olio vecchio e fa invece venir meno una importante misura di salvaguardia per il consumatore, poiché numerosi studi hanno dimostrato che con il tempo l’olio di oliva modifica le proprie caratteristiche (polifenoli, antiossidanti, vitamine), alla base delle proprietà che lo rendono un alimento prezioso per la salute».
La Coldiretti non solo chiede che sia mantenuto il termine minimo di conservazione, «prevedendo una possibilità di deroga solo qualora il produttore adotti ulteriori accorgimenti per la conservazione organolettica del prodotto, da riportare in etichetta», ma auspica «l’introduzione dell’obbligo dell’indicazione in etichetta dell’annata della raccolta». L’associazione agricola, riaffermando l’importanza dell’etichetta, evidenzia i rischi insiti nel disegno di legge europeo che prevede «modifiche peggiorative all’etichettatura degli oli di oliva, abrogando le norme che prevedono la stampa dell’indicazione dell’origine delle miscele di oli di oliva con diversa e più evidente rilevanza cromatica rispetto allo sfondo, rispetto alle altre indicazioni e alla denominazione di vendita. Con l’effetto - conclude la Coldiretti - di attenuare i livelli di tutela nella commercializzazione dell’olio di oliva».

Secondo la Coldiretti è necessario mantenere il termine minimo di conservazione, prevedendo una possibilità di deroga solo qualora il produttore adotti ulteriori accorgimenti per la conservazione organolettica del prodotto, da riportare in etichetta. Sarebbe importante introdurre l’obbligo dell’indicazione in etichetta dell’annata della raccolta. Ma il disegno di legge europea 2015 rischia di modificare in peggio l’etichettatura degli oli di oliva, abrogando le norme che prevedono che “l’indicazione dell’origine delle miscele di oli di oliva deve essere stampata … con diversa e più evidente rilevanza cromatica rispetto allo sfondo, alle altre indicazioni e alla denominazione di vendita”, con l’effetto - denuncia la Coldiretti - di attenuare i livelli di tutela nella commercializzazione dell’olio di oliva. «Un danno per i consumatori ed i produttori in un Paese come l’Italia che è il primo importatore mondiale di olio di oliva che vengono spesso mescolati con quelli nazionali per acquisire, con le immagini in etichetta e sotto la copertura di marchi storici, magari ceduti all’estero, una parvenza di italianità da sfruttare sui mercati nazionali ed esteri», afferma il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo, nel denunciare che «il recente via libera finale all’accordo che comprende anche la quota aggiuntiva per l’importazione senza dazi nella Unione Europea di 35 mila tonnellate in più l’anno di olio d’oliva tunisino è una scelta sbagliata che non aiuta i produttori tunisini, danneggia quelli italiani ed aumenta il rischio delle frodi a danno dei consumatori. A guadagnare - sostiene Moncalvo - sono solo le grandi multinazionali che hanno già avuto dall’Unione Europea un regalo da 110 milioni di euro grazie allo sconto di 1,24 euro a chilo che è stato concesso con il nuovo contingente agevolato di 35 milioni di chili dalla Tunisia va ad aggiungersi alle attuali 56.700 tonnellate a dazio zero già previste dall’accordo di associazione Ue-Tunisia, portando il totale degli arrivi “agevolati” annuale oltre quota 90mila tonnellate, praticamente pari a tutto l’import in Italia dal Paese africano». Di fronte al crescendo di inganni il consiglio di Coldiretti è quello di guardare con più attenzione le etichette ed acquistare extravergini a denominazione di origine Dop, quelli in cui è esplicitamente indicato che sono stati ottenuti al 100 per 100 da olive italiane o di acquistare direttamente dai produttori nei frantoi o nei mercati di Campagna Amica. L’olio di oliva - conclude la Coldiretti - è un settore strategico del Made in Italy con circa 250 milioni di piante su 1,2 milioni di ettari coltivati, con un fatturato del settore stimato in 2 miliardi di euro e con un impiego di manodopera per 50 milioni di giornate.

(R. EC. - www.corriere.it)



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