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Depenalizzazione del falso olio di oliva extravergine, il governo ci ripensa

Dopo una polemica durata mesi, Palazzo Chigi ha accolto le critiche del Parlamento: la contraffazione resta reato

Vittoria del parlamento sul governo sul  caso della depenalizzazione del reato di contraffazione dell'olio extravergine di oliva. Palazzo Chigi, infatti, ha recepito i rilievi delle commissioni Agricoltura e Giustizia della Camera ed è tornato indietro sui suoi passi, escludendo l’ipotesi di “derubricare” il reato.
 
La polemica era scoppiata a dicembre del 2015 quando il governo aveva presentato uno schema di decreto legislativo, che depenalizzava le frodi: solo una multa da 1.600 a 9.500 euro  e non più un reato punito ai sensi degli articoli 515 e 517 del codice penale per chi imbrogliava i consumatori, mettendo in commercio miscele di extra vergine di oliva ottenuto con olio spagnolo, tunisino, greco o siriano come se fosse 100% italiano.
 
Di fronte alle rimostranze degli olivicoltori, i ministeri dell'Agricoltura e della Giustizia si erano affrettati a chiarire che si era trattato di un equivoco, ammettendo che l'articolo del dl in questione  era stato scritto in maniera poco chiara, al punto da mandare in confusione persino gli addetti del settore. Nel  frattempo tutte le forze politiche concordavano sul fatto che le fattispecie penali dovevano essere non solo specificate meglio, ma anche rafforzate. Così sono state poste alcune condizioni: il parlamento avrebbe dato il via libera allo schema di decreto legislativo del governo, ma a patto che il reato di frode in commercio rimanesse perseguibile penalmente.
 
E così si è arrivati alla notizia di oggi: l’esecutivo ha capitolato, accogliendo le richieste delle commissioni di Montecitorio e correggendo il decreto: “Per fortuna è stata confermata la rilevanza penale delle sanzioni introdotte con la legge salva-olio”, spiega Colomba Mongiello, deputata Pd e vice presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla contraffazione.
 
“Magistratura e forze dell’ordine hanno fatto emergere, specialmente negli ultimi tempi, numerose e rilevanti truffe nella commercializzazione dell’extravergine – continua Mongiello - con preoccupanti ricadute tanto sull’economia che sulla salute dei consumatori.

Illeciti che non possono essere prevenuti e contrastati da semplici sanzioni amministrative pecuniarie. Per fortuna si è evitato un errore di carattere legislativo e politico, ribadendo la strategicità del comparto olivicolo e dell’agroalimentare made in Italy”.

(Monica Rubino - www.repubblica.it)



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