IN PRIMO PIANO
Prezzi alimentari, "Le scorte aumentano: così si tengono a bada le sregolatezze dei mercati"

L’Indice della FAO a maggio cresce di misura, il rapporto “Prospettive Alimentari” sottolinea il ruolo dell’aumento degli stock. I mercati delle materie prime indicano prezzi stabili, in calo la fattura globale delle importazioni alimentari

La buona notizia diffusa il 2 giugno da un rapporto della FAO è che - al di là delle oscillazioni dei prezzi dei prodotti alimentari, più o meno indotte dai "giochetti" finanziari al rialzo o al ribasso degli speculatori - c'è una tendenza mondiale all'aumento delle scorte di materie prime per la produzione di cibo. E questo non potrà che avere effetti positivi sulla stabilità dei prezzi, in un futuro misurabile, si presume, in tempi medi. E' utile ricordare, infatti, che i sobbalzi improvvisi e la volatilità dei prezzi dei prodotti alimentati si verificano sempre in condizioni di bassi livelli mondiali di scorte, con effetti devastanti sulle popolazioni, nelle già disastrate economie nei paesi del sottosviluppo. Il concetto, in altre parole è che il granaio pieno tiene a bada la sregolatezza pericolosa dei mercati. 

Ecco cosa dice il rapporto della FAO. "I mercati delle materie prime sono su un percorso stabile per il prossimo anno, con solide prospettive di produzione e scorte abbondanti, che puntano ad un risultato sostanzialmente stabile per i prezzi e per le forniture". E' quanto si legge nel rapporto semestrale della FAO - "Prospettive Alimentari" - pubblicato oggi. "I prezzi alimentari, inferiori rispetto allo scorso anno, indicano che le importazioni alimentari potrebbe quest'anno scendere a 986 miliardi di dollari - sotto i mille miliardi di dollari per la prima volta dal 2009 - anche se dovesse crescere il volume commerciale".

Sovraproduzione e aumento delle scorte. La produzione di grano nel 2016 supererà l'utilizzo per il quarto anno consecutivo, facendo così aumentare le scorte del cereale più importante ad un picco mai raggiunto negli ultimi 15 anni, con le maggiori impennate in Cina e negli Stati Uniti. "Il consumo totale di grano, in realtà, diminuirà leggermente - dice ancora il rapporto della FAO -  poiché molti agricoltori in tutto il mondo ricorreranno al mais per nutrire il bestiame. Questa è una scelta sempre più popolare in Cina, dove si prevede che la decisione del governo di ridurre le riserve di mais farà aumentare il consumo dei cereali secondari. L'iniziativa della Cina - si legge ancora - dovrebbe avere importanti effetti anche sui mercati internazionali, portando a un forte calo della domanda di orzo e di sorgo". La diminuzione del commercio internazionale potrebbe intensificare la concorrenza tra i maggiori esportatori secondo la FAO.

Lieve risalita del riso, deboli i latto-caseari. "La decisione di rilasciare le scorte governative potrebbe anche influenzare il prezzo del riso - sostengono gli analisti dell'Agenzia dell'ONU - che ha cominciato a stabilizzarsi verso la fine del 2015, dopo un calo prolungato, ed ha perfino iniziato a risalire nel mese di maggio". I prezzi dei prodotti latto-caseari rimarranno deboli, mentre i prezzi dei prodotti ittici sembrano avviati a rimanere contenuti a causa della vivace produzione dell'acquacoltura. La produzione di carne in generale si pensa rimanga stabile, anche se quella di pollame - in gran parte per l'esportazione - si prevede crescerà. Sono presenti spinte al rialzo per i prezzi degli oli vegetali - afferma il rapporto - poiché la produzione di soia in Sud America e di olio di palma nel sud-est asiatico hanno subito pesanti perdite a causa di El Niño e le prospettive di produzione si sono deteriorate". La produzione mondiale di olio di palma, secondo l'Agenzia delle Nazioni Unite per l'Agricoltura - per la prima volta in 18 anni dovrebbe calare.

Sale l'Indice dei prezzi alimentari, lo zucchero in testa. Oggi è stato anche pubblicato l'Indice aggiornato dei prezzi alimentari della FAO che a maggio, per il quarto mese consecutivo è salito, in crescita del 2,1% dallo scorso aprile attestandosi a 155,8 punti - ancora circa un 7% al di sotto del livello riportato un anno fa. I prezzi sono aumentati in tutto l'Indice - un indice ponderato su base commerciale che monitorizza i prezzi di cinque principali gruppi di materie prime alimentari sui mercati internazionali: cereali, oli vegetali, prodotti lattiero-caseari, carne e zucchero - con l'eccezione degli oli vegetali, che sono diminuiti dopo il forte rialzo registrato nel mese di aprile. Ha guidato l'incremento il prezzo dello zucchero, in aumento dell'11,7% rispetto al mese precedente, conseguenza del deteriorarsi delle prospettive di produzione in India, il secondo produttore di zucchero a livello mondiale, che ha controbilanciato un raccolto eccezionale e grandi disponibilità per l'esportazione in Brasile, il principale produttore.

L'impennata del prezzo del mais e della carne. L'indice dei prezzi dei cereali è salito dell'1,6% da aprile, guidato da un forte aumento dei prezzi del mais e sostenuto da quotazioni più forti per l'Indica e per altre varietà di riso aromatico. L'Indice FAO dei prezzi della carne è salito del 2%, stimolato dalla vivace domanda asiatica d'importazioni di carni suine dall'Unione europea.  Anche l'Indice FAO dei prezzi dei prodotti lattiero-caseari, che è il 24% inferiore al livello di un anno fa, ha guadagnato uno 0,4%, grazie a migliori prezzi nella UE e a una domanda internazionale sostenuta per il latte intero in polvere e per il burro. L'Indice dei prezzi degli oli vegetali è sceso dell'1,8%, conseguenza del ristagno dei prezzi dell'olio di palma dopo tre mesi di forti guadagni. La domanda d'importazioni è stata più debole del previsto in Cina, India e Unione europea.

Riviste al rialzo le previsioni sulla produzione di grano e di mais. La FAO ha alzato le sue previsioni sulla produzione cerealicola mondiale per il 2016, portandole a 2.543 milioni di tonnellate, appena uno 0,7% al di sotto del livello record del 2014. Il nuovo dato sulla produzione riportato sull'offerta e la domanda mondiale di cereali è di 17 milioni di tonnellate, superiore a quello registrato a maggio, riflettendo revisioni al rialzo per il frumento e il mais nei principali paesi produttori. L'utilizzo di cereali a livello mondiale, si prevede sarà di 2.546 milioni di tonnellate per l'anno commerciale, una lieve riduzione rispetto alle proiezioni di maggio.

Aumentano anche le previsioni sulle scorte. Allo stesso tempo, le previsioni per le scorte di cereali a livello mondiale sono aumentate e portate a 642 milioni di tonnellate - meno di due milioni di tonnellate inferiori rispetto al loro livello più alto, guidato da una revisione storica dell'inventario di grano in Cina. Per il commercio mondiale di cereali si prevede un calo

dell'1,9% rispetto all'anno scorso attestandosi a 369 milioni di tonnellate. La contrazione "rischia di intensificare la concorrenza per una quota di mercato tra i maggiori esportatori, una prospettiva che potrebbe mantenere prezzi internazionali sotto controllo", secondo la FAO. (Carlo Ciavoni - www.repubblica.it)


 

 


ASA Press / Le notizie di oggi