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I rischi ecologici del declino dei bivalvi d'acqua dolce

In Europa, come nel resto del mondo, le popolazioni di bivalvi di acqua dolce - che hanno un ruolo essenziale nella purificazione delle acque - sono in declino per effetto del degrado degli habitat, con effetti diversi al nord, dove vivono poche specie in ampie popolazioni, e al sud, dove si trovano invece molte specie con popolazioni molto limitate. Lo ha stabilito il primo censimento di questi molluschi condotto da una collaborazione internazionale (red)

I molluschi bivalvi di acqua dolce del continente europeo non godono di buona salute: sono a rischio di estinzione e subiscono il degrado degli habitat dovuto alle opere dell'uomo e agli effetti del riscaldamento climatico. È quanto emerge dal primo censimento completo dei bivalvi europei, pubblicato sulla rivista “Biological Reviews” a firma di un'ampia collaborazione internazionale.

Gruppo di bivalvi della specie Margatifera margatifera nel letto di un fiume in Svezia (Wikimedia Commons)  Questi piccoli animali che vivono nei laghi e nelle acque stagnanti europee, insabbiati o ancorati a sporgenze rocciose, hanno un ruolo importante nell'ecosistema e svolgono un fondamentale servizio anche per gli esseri umani: purificano le acque, sono una preda per molte specie ittiche di grande importanza per l'alimentazione umana e producono materiali di pregio come conchiglie e perle.

“Un singolo bivalve filtra fino a 40 litri di acqua al giorno”, ha spiegato Jürgen Geist, che ha coordinato lo studio. È per questo che noi esseri umani beneficiamo dei servizi all'ecosistema garantiti dai bivalvi”.

Gli studi condotti in passato hanno dimostrato che le popolazioni mondiali dei molluschi bivalvi di acqua dolce sono in forte declino: 224 delle 511 specie note sono catalogate nella Lista rossa delle specie in via di estinzione dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (International Union for the Conservation of Nature and Natural Resources, IUCN).

Tra le specie più minacciate vi sono quelle che vivono nel continente americano: si stima infatti che oltre il 70 per cento delle specie del Nord America siano in pericolo, e 37 specie sono ritenute già estinte. Sui bivalvi che vivono in Europa, i dati sono molto più scarsi, poiché gli studi sono iniziati solo recentemente, di pari passo con progetti di conservazione concentrati su poche specie come Unio crassus, Margaritifera margaritifera, nota per la produzione di perle, e Margaritifera auricularia. Alcune popolazioni di queste specie sono scomparse nel giro di pochi decenni, o si sono ridotte a piccole popolazioni localizzate.
Uno dei risultati dello studio è l'enorme divario esistente tra regioni settentrionali e meridionali dell'Europa: in Scandinavia, per esempio, vivono poche specie, ma le popolazioni sono molto più estese. Per contro, nell'Europa meridionale ci sono più specie, ma gli ecosistemi in cui sono presenti si contano sulle dita di una mano. Così se la una popolazione di bivalvi si estingue in un luogo del sud Europa, l'evento può rappresentare la perdita di metà della popolazione globale.

Secondo lo studio, le principali minacce per la sopravvivenza dei bivalvi sono dighe e sbarramenti, la pesca delle perle (per alcune specie), l'inquinamento e l'uso eccessivo di fertilizzanti in agricoltura, lo sfruttamento delle risorse idriche e il cambiamento climatico. (www.lescienze.it)




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