FATTI E PERSONE
Vigneto Italia, altri 4.700 ettari persi

Nel 2014 superfici a 641.743 ettari. I cali maggiori in Sicilia, Calabria e Lazio, in aumento Veneto, Friuli Venezia Giulia e la sorprendente Puglia

Nel 2014 il vigneto italiano ha perso ancora superficie. Il totale si attesta a 641.743 ettari, 4.700 in meno rispetto al 2013, 131.000 se i conti li facciamo a partire dal 2000.
Una situazione che però sembra essere ormai ben localizzata, con regioni che continuano a perdere (Sicilia, Calabria, attorno a 2.000 ettari, e il Lazio maglia nera con 4.000), anche se non controbilanciate da quelle poche che ormai da alcuni anni, grazie a ben precisi fenomeni come Prosecco e Pinot grigio, crescono, ovvero Veneto (+1.650 ettari) e Friuli Venezia Giulia (+500).

Nella classifica tuttavia ci sono alcuni dati che potremmo definire alquanto anomali: le crescite poderose dell’Abruzzo (quasi 1.000 ettari in più da un anno all’altro) o la Puglia, che ne ha guadagnati oltre 1.300, invertendo trend decennali di riduzione: per l’Abruzzo il bilancio dal 2000 segna -2.800 ettari, per la Puglia si è addirittura a -23.000.
Tra le altre regioni di un certo peso, spicca il calo di quasi 800 ettari in Piemonte, che sul lungo periodo ne ha persi quasi 5.000, o quello della Lombardia, -400 ettari, per lo più concentrati nelle zone oltrepadane. Stabile invece la Toscana e in leggero aumento (un centinaio di ettari) l’Emilia Romagna.
Stabili o comunque con cali contenuti tutte le altre regioni.

Questo il quadro con cui l’Italia si appresta a entrare nel nuovo regime delle autorizzazioni a fine anno, con in pancia 51.400 ettari di diritti, di cui 45.500 in possesso dei produttori (rispetto al 2013 la cifra è in calo di un migliaio di ettari). Un portafoglio che, anche se è stata prevista la libera commercializzazione tra regioni tramite decreto ministeriale, è presumibilmente destinato a rimanere stabile: a oggi, i grandi fenomeni di drenaggio dalla Puglia o dalla Sicilia verso il Veneto e il Friuli, stante il blocco degli impianti del Prosecco e l’abbondanza di Pinot grigio piantato anche a seguito di questo blocco (si veda qui per il dettaglio) - paiono essersi esauriti, tanto che il Prosecco pare aumenterà la produzione non attraverso nuove autorizzazioni all’impianto, ma tramite per esempio modifiche al meccanismo della riserva vendemmiale o la possibilità di fare blend del 15% con altri vini (leggi Pinot grigio).

(www.uiv.it)



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