FATTI E PERSONE
Con Maria Luisa Alberico, VIP tra i Sommelier. Viaggio alla scoperta del territorio astigiano, tra mostre, Palio e gastronomia.

E’ ancora vivo nella mente il periodo in cui tutti eravamo...”Dottò!”. Ricordate i parcheggiatori abusivi che vi indirizzavano come parcheggiare: “Hà! Dottò, indietro! Sterzate un tantino a destra! Ecco, così, Dottò, venite tranquillo!”.

Poi è subentrata l’era degli accademici e dei cavalieri e chiunque poteva fregiarsi di titoli onorifici di Accademico o Cavaliere di ordini cavallereschi: ovviamente i meriti non c’entravano, bastavano le...palanche, gli schèi!

Ora va di moda il giornalista! Nell’era del computer... tutti sono giornalisti...

Basta entrare in un sito, inserire qualcosa e paffete, eccovi promossi a giornalisti, redattori e non mancano i direttori! C’è chi supera sè stesso e sui biglietti da visita scrive “Giornalista, Corrispondente Universale”: roba da navicella spaziale, Enterprise alla Star Trek! I più modesti ci scrivono Collaboratore, ma poichè anche l’operaio o la domestica sono “collaboratori”, ci aggiungono... della “Agenzia Giornalistica Internazionale e Universale” che se la cerchi scopri che è il giornalino parrocchiale di un paesino sperduto tra le montagne altoatesine o valdostane! Ma spesso...non esiste nemmeno quello...

Non manca chi sbandiera tessere che te le stampi con il computer o che pseudo agenzie giornalistiche omaggiano a chiunque... versi una congrua somma.

Tutti sono su Facebook, Twitter, You Tube, e se dici: “Io non ci sono, non ci voglio andare”, ti guardano come se fossi un troglodita!

Così ho deciso di dedicarmi ai VIP, a quei giornalisti autentici, magari di un giornaletto locale, ma “Giornalisti veri!”. Ad inizio carriera, o in età pensionabile, o attivi, ma autentici e non cloni imperfetti, che magari usano tessere compiacenti per accedere a spettacoli, mostre o pranzi... dove puntualmente arrivano 5 minuti prima del pranzo e nemmeno scriveranno due righe sulla manifestazione. Stendo il classico velo su quelli famosi per presentarsi e scroccare pranzi, cene e prodotti! Le loro performance diaboliche le trovate in internet!

Abbiamo iniziato il viaggio dei giornalisti VIP, con Barbara Ronchi della Rocca, inimitabile personaggio del bon ton ad “Alle falde del Kilimangiaro” e ora è la volta di Maria Luisa Alberico.

Ma chi è l’ospite odierno della mia raccolta di VIP?

Maria Luisa Alberico, docente e perito esperto di enogastronomia, direttore e presidente di “Donna Sommelier Europa”, unica rivista del settore al femminile e titolare di “Donnedizioni”, è ideatrice di eventi culturali.

Dopo anni di insegnamento negli istituti superiori, ha intrapreso la carriera di giornalista enogastronomico e sommelier, docente abilitato ai corsi di formazione per sommelier e perito Assaggiatore della Camera di Commercio di Torino.

Accanto al magazine trimestrale, in collaborazione con sommelier, produttrici ed esperte del settore, ha poi fondato l’associazione Donna Sommelier Europa con sede a Torino, nella quale vengono organizzati eventi, presentazioni di vini rari ed autoctoni, mostre d’arte e convegni.

Da anni, come presidente dell'associazione Donna Sommelier ha realizzato decine di progetti di valorizzazione del vino al femminile, ideato  e curato il progetto "Il vino del ghiaccio" di Chiomonte (TO) e la monografia esclusiva "La vigna in rosa- prima e unica ricerca sull'imprenditoria vitivinicola al femminile".


Palazzo Mazzetti - Asti

Ancora una volta è la carissima amica Cinzia Rainero, Responsabile di Segreteria e Comunicazione, che mi accoglie con i miei ospiti in visita alle mostre di Palazzo Mazzetti, ad Asti. Stavolta con lei la presenza di Andrea Rocco Direttore del Museo e storico dell’arte dà un tocco di benvenuto all’ospite ed è subito “sintonia artistica” in un dialogo sulle bellezze delle sale, delle opere esposte e della Mostra “Gioielli Fantasia. Sogni Americani” provenienti dalla Collezione personale di Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, visitabile fino al 2 ottobre 2016. Non perdetevela! www.palazzomazzetti.it




Studio Principessa Valentina

Una sosta nello studio “Principessa Valentina”, nel Rione San Silvestro, il più noto atelier di abiti per manifestazione di ogni epoca. Voglio farle vedere dove e come nascono gli abiti della sfilata del Palio di Asti. Lo Studio fornisce in tutta Italia e non solo, anche personaggi per scenografie, per scene cinematografiche od eventi storici.

Samantha Panza ci accoglie con la sua solita disponibilità, ma in fondo con la sua famiglia c’è un’amicizia che dura da moltissimi anni: il tempo passa incurante, ma gli Amici restano Amici per sempre...

Inaspettatamente vuole farle indossare un abito da nobildonna. Maria Luisa ne è entusiasta e io osservo sorridendo la vestizione di una nobile sfilante del Palio... fuori tempo, in anticipo, visto che Maria Luisa è ad Asti per festeggiare il mio onomastico e il Palio è questo mese!

Si, decisamente l’abito, l’acconciatura e le abili mani di Samantha, che modificano anche la pettinatura, l’hanno trasformata in una perfetta dama e la mia macchina fotografica non si lascia scappare l’occasione dei clic!

Si visita l’atelier, l’ospite è esterrefatta, non sa su quale abito posare lo sguardo. Sono a centinaia i vestiti che sonnecchiano nelle varie stanze in attesa di essere indossati per la sfilata, la terza domenica di settembre, Il Palio di Asti - Comune di Asti

Non perdetevi la sfilata, due ore con centinaia di sfilanti.

Il tempo passa senza che ce ne rendiamo conto, ma con Samantha è sempre così piacevole trascorrere il tempo tra la sua cultura narrativo-storica e le cose da vedere, che non si verrebbe mai via.

Maria Luisa si diverte davanti allo specchio, mi onora di un inchino e un passo di danza medioevale. Decisamente è entrata nello spirito del Palio!


Montemagno (AT)

Dopo l’entusiasmo della visita a Palazzo Mazzetti, voglio farle vedere le colline del Monferrato, quelle del territorio ai margini della mia città che per la loro bellezza e cura paesaggistica, vantano il riconoscimento di Colline dell’UNESCO!

Affascinata dal paesaggio che dall’alto delle colline domina sino alla catena delle Alpi dove il Monviso delinea il Piemonte, ci fa fermare per meglio osservare la magnifica visione di un vigneto, di un casolare, di un rudere, di un ciabot. Assecondiamo con gioia il suo entusiasmo quando vuole fermarsi e avvicinarsi a casolari disabitati, quasi volesse impossessarsi dell’anima degli antichi abitatori, che ancora vaga tra quelle mura, quei filari!

Percorriamo le strade del Ruchè, mitico vino di Castagnole Monferrato.

Raggiungiamo Montemagno. L’imponente castello domina l’antico borgo medioevale che conserva ancora il suggestivo centro storico.

Scenografica la Parrocchiale barocca a cui si accede con la stupenda scalinata.




a San Desiderio di Calliano

E’ l’ora del pranzo ed eccoci a San Desiderio di Calliano, dove spesso usufruisco del Circolo per pranzare senza dover spadellare.

Il suo entusiasmo si accende anche a tavola, in quel locale rustico, con una grande vetrata che offre una panoramica sulle colline dove i campanili dominano i tetti dei paesi.

Assapora i piatti tipici monferrini, come l’antipasto di verdure, i tomini, le uova in carpione, l’insalata russa e ogni altra portata!

Pranzo e cena sono i momenti in cui ci si abbandona al dialogo conviviale e malgrado ci si conosca e frequenti da decenni, complice la bella giornata museale, l’anteprima...Palio e il paesaggio, di Maria Luisa scopro cose nuove.

Vuole degustare il Ruchè, il vino di Castagnole Monferrato.

Uno slogan accoglie il visitatore all’ingresso del paese. Su un grosso cartellone stradale è scritto: “Se a Castagnole Monferrato qualcuno vi offre il Ruchè è perché ha piacere di voi…”.

Si, decisamente Asti, con i suoi musei, i suoi vigneti, il paesaggio agreste, silenzioso, e la buona cucina l’hanno conquistata...e allora perchè non offrirle un Ruchè proprio per quel detto sull’offrirlo all’ospite gradito? Se poi è una bella presenza femminile, complice il buon Piero, patron del locale, che ce lo offre...ma notate il sorrisino sornione, si brinda all’ospite. E io brindo ad un’amica e collega e allora: “Benvenuta Maria Luisa! Benvenuta nella mia città, nelle mie terre: gradita ospite!”.

Le origini del vitigno sono incerte ed è questo alone di mistero che lo rende ancor più affascinante e ricercato.

Forse il nome deriva dalla comunità di monaci del “Convento delle Rocche”, devoti a San Rocco che ne introdussero la coltivazione nella zona, non a caso al santo è dedicata una cappella votiva.

Anticamente era il vino della domenica, dei giorni di festa, per le grandi occasioni e per gli ospiti. Ma c’è anche un alone di leggenda che vuole sia il vino che ha accompagnato le milizie astigiane nelle crociate.

Tra fascino e mistero delle leggende è un vino che si distingue dagli altri per il sapore particolare. Un vino di nicchia che nasce sui terreni calcarei-argillosi, capace di resistere alla siccità.

Conosco Castagnole Monferrato, da bambina, con mamma e papà eravamo di casa: zio Luigi, zia Amalia, nonna Bina. Una parentela un pò “barbantana”, ma a quei tempi anche i “cugini...alla lunga” si frequentavano, ora non ci si vede tra figli e genitori e tra fratelli, peggio ancora con i parenti! A quei tempi si chiamavano tutti “zii” quelli dell’età dei genitori, e “nonni” quelli in età da esserlo!

Oggi è nota nel mondo per il suo Ruchè, grazie ad un noto produttore, Luca “Ferraris”, che oltre all’eccellenza del prodotto potrà anche deliziarvi la vista con il Museo del Vino e uno stupendo “infernot”.

E se volete degustare un altro Ruchè ecco un piccolo produttore, Eugenio Gatti, piccolo come produzione, ma grande per l’eccellenza dei suoi vini e delle delizie della buona tavola che vi proporrà nel suo suggestivo agriturismo “La Miraja”.

E allora, virtualmente alzo il bicchiere di Ruchè e brindo a quel detto: “Se qualcuno vi offre il Ruchè ha piacere di voi” e lo offro, tramite questo narrarvi di una giornata speciale, a tutti voi che state leggendomi!


Alexander Màscàl - ASA




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