FATTI E PERSONE
Commercio elettronico in Europa, pubblicati i primi risultati di settore

La Commissione europea ha pubblicato i risultati preliminari dell'indagine settoriale che sta conducendo in materia di commercio elettronico.

Il commercio digitale sta crescendo rapidamente in Europa ed è necessario chiarire quali siano le pratiche in grado di turbare il mercato in maniera non concorrenziale ed individuare il campo di azione dell'esecutivo di Bruxelles, queste le prime conclusioni.

All'interno della Strategia per il Mercato Unico Digitale, dal maggio dello scorso anno, la Commissione europea ha iniziato lo studio di un settore nel quale "troppi ostacoli si frappongono ancora all'accesso transfrontaliero dei cittadini europei a beni e servizi online", secondo le parole della Commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager pronunciate in occasione del lancio dell'indagine nel 2015.

Nel corso dell'indagine, la Commissione ha raccolto dati di circa 1800 imprese che effettuano commercio elettronico e di contenuti digitali. Per quanto riguarda il commercio elettronico, su oltre 1200 rispondenti, 80 sono italiani (terzi dopo Germania e Regno Unito), pesando molto quindi all'interno del sondaggio e nei risultati. Nel commercio digitale, invece, il peso del Bel Paese è minore, appena il 5% dei rispondenti è italiano.

La relazione evidenzia le pratiche commerciali che possono sollevare problemi sotto il profilo della concorrenza. La Commissione può avviare indagini specifiche sui singoli casi, al fine di assicurare il rispetto delle norme dell’Ue in materia di pratiche commerciali restrittive e di abuso di posizione dominante, ai sensi degli articoli 101 e 102 del TFUE.

Il commercio elettronico amplia le scelte dei consumatori e permette loro di trovare le migliori offerte con pochi click, stimolando le imprese ad essere trasparenti, specialmente sui prezzi. Dalla relazione si evince, infatti, come più del 50% dei venditori al dettaglio segue i prezzi dei concorrenti e reagisce a questi strategicamente.

I produttori hanno reagito alla crescita del commercio elettronico adottando una serie di pratiche per controllare meglio la distribuzione dei loro prodotti e il posizionamento sul mercato dei loro marchi. Si è diffuso il ricorso a sistemi di distribuzione selettiva in cui i prodotti possono essere venduti soltanto da rivenditori autorizzati preselezionati e sempre più spesso i produttori vendono direttamente ai consumatori online.

Tra le criticità sottolineate dalla Commissione in materia di vendita online di beni di consumo, si nota come tra i venditori al dettaglio oltre due su cinque ricevono dai produttori una qualche forma di raccomandazione o di restrizione sui prezzi e che oltre uno su dieci riceve restrizioni sulle vendite transfrontaliere.

Questo dato può spiegare come il 36% dei rispondenti al sondaggio in tutta l'Unione dichiara di non effettuare vendite transfrontaliere, in Italia solo il 23%.

In generale, secondo la Direzione concorrenza della Commissione, queste ed altre restrizioni contrattuali possono ostacolare il mercato danneggiando i consumatori che beneficerebbero di una scelta più ampia e di prezzi potenzialmente più bassi.

All'interno del contesto dei contenuti digitali, principalmente diritti d'autore e relative licenze, la questione del geoblocco ha giocato un ruolo preponderante.

Infatti, oltre il 60% degli accordi di licenza presentati da titolari di diritti è limitato al territorio di un unico Stato membro. Quasi il 60% dei fornitori di contenuto digitale che hanno partecipato all'indagine ha convenuto contrattualmente con i titolari dei diritti di applicare il geoblocco.

Se questo è il risultato di accordi tra fornitori e distributori, il geoblocco può limitare la concorrenza nel Mercato Unico in violazione delle norme antitrust dell'Ue.

La Commissione prevede di pubblicare la relazione finale nel primo trimestre del 2017 con cui terminerà l'analisi del commercio elettronico che "è diventato importante per i consumatori e incide fortemente sulle attività e sulle strategie aziendali", ha dichiarato oggi la Vestager.


Roberto Dellisanti

Francesco Laera

COMM-REP-MIL@ec.europa.eu



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