FATTI E PERSONE
Istat: vendite al dettaglio in calo rispetto al 2015. Negativo anche l’alimentare

Pochi spiragli positivi per il settore della vendita al dettaglio che, in base alle rilevazioni dell’Istat, registrano per il mese di aprile un incremento pari ad appena lo 0,1%. Su base annuale, invece si riscontra una contrazione sia in valore (-0,5%), sia in volumi (-0,9%). Tra gli esercizi alimentari, l’Istat registra una crescita solo per i discount (+0,8% nell’anno) e il calo maggiore per i piccoli negozi (-2,8%). Per i supermercati c’è una riduzione del 2% e per gli ipermercati dello 0,8%.
In volume le vendite ad aprile sono ferme rispetto al mese precedente e calano dello 0,9% sull’anno. Per quanto riguarda i prodotti alimentari l’aumento rispetto al mese precedente è stato dello 0,2% in valore, e dello 0,1% in volume. Nella media del trimestre febbraio-aprile 2016, l’indice in valore registra una variazione negativa dello 0,3%. L’indice in volume diminuisce dello 0,1% rispetto al trimestre precedente.

Analizzando le diverse categorie di prodotto non alimentari, si registrano andamenti eterogenei: le variazioni positive più marcate in valore si rilevano per i gruppi elettrodomestici, radio, tv e registratori (+1,5%) e prodotti di gioiellerie e orologeria (+1,3%). Dati che appaiono nel complesso timidi e incerti che testimoniano come la ripresa sia lontana e abbia ancora bisogno di interventi mirati.

“C’è bisogno di uno slancio deciso in direzione della crescita e dello sviluppo. Da troppo tempo, nonostante gli annunci e gli eccessivi ottimismi, siamo ancora fermi al punto di partenza”, dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, presidenti di Federconsumatori e Adusbef. Secondo uno studio dell’O.N.F. (Osservatorio Nazionale Federconsumatori), ipotizzando un tasso di disoccupazione al 6% (tasso ante-crisi, seppure ancora elevato), rispetto ad oggi la capacità di acquisto delle famiglie aumenterebbe di circa +40 miliardi di euro l’anno. “È evidente”, spiegano dall’associazione, “che dare vere risposte in termini occupazionali significa gettare i presupposti per una ripresa strutturale e del nostro sistema economico.

L’Unione Nazionale Consumatori, invece si dice preoccupata soprattutto dal calo delle vendite su base annua. “È un campanello d’allarme il crollo tendenziale delle vendite alimentari: una caduta dalla quale non si salva né la grande distribuzione” dichiara Massimiliano Dona, segretario dell’Unione Nazionale Consumatori. “Insomma, solo i discount in questi anni di crisi hanno registrato aumenti delle vendite. Questo indica che le famiglie sono ancora in difficoltà e che, persino su spese obbligate come quelle alimentari, sono costrette ad andare a caccia di offerte e sconti se vogliono arrivare a fine mese” conclude Dona.

(www.helpconsumatori.it)



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