FATTI E PERSONE
Avicoltura: Nomisma, in 4 anni +9% produzione filiera +27% valore

La zootecnia italiana sta vivendo un periodo storico di grandi sfide e profondi cambiamenti. Crisi dei consumi, allarmi alimentari, frammentazione del tessuto produttivo, stanno mettendo a dura prova un comparto fondamentale per l'economia del Paese. In questo difficile contesto di mercato, il settore avicolo è quello che ha tenuto meglio: negli anni in cui la negativa congiuntura economica e l'avanzata del vegetarianismo hanno influenzato i consumi delle famiglie italiane, determinando un calo della spesa per le carni e i derivati pari a -7,5% a valori costanti, i prodotti avicoli - unico esempio tra le carni - hanno visto aumentare, tra il 2009 e il 2015, i consumi (da 18,6 kg pro-capite a 20,2 kg), la produzione (+9%), la ricchezza prodotta dagli allevamenti (+27%) e quella prodotta dalla trasformazione (+6,2%).
Sulla base di questi positivi risultati, Unaitalia, l'associazione nazionale di riferimento per il settore avicolo, ha promosso una ampia riflessione di filiera con l'obiettivo di disegnare un percorso di tutela e valorizzazione dell'intero patrimonio zootecnico nazionale. Punto di partenza, uno studio condotto da Nomisma sulla filiera avicola integrata, che racconta di un comparto che, grazie a una filiera dalla forte integrazione verticale, ha saputo sviluppare e diffondere efficacemente gli elementi qualificanti del proprio modello produttivo - tutela della sicurezza alimentare e del benessere animale, biosicurezza, sostenibilità ambientale - e rispondere così alle mutevoli esigenze del mercato e dei consumatori, sempre più orientati a prodotti ad alto contenuto di servizio, ma anche sempre più informati. "Abbiamo voluto mettere intorno ad un tavolo le istituzioni e i rappresentanti del mondo agricolo e della filiera - spiega il presidente di Unaitalia Aldo Muraro - ponendo al centro del dibattito l'esigenza di valorizzare le produzioni zootecniche nazionali e rivendicando il loro ruolo economico primario nel sistema agroalimentare. Vogliamo stimolare una riflessione sui modelli più adatti a sostenere le sfide del futuro, per disegnare un nuovo approccio ad una zootecnia sempre più sostenibile, con una crescente attenzione al benessere animale. Crediamo che l'avicoltura, con il suo sistema di integrazione di filiera che si è rivelato vincente - e su cui c’è forse scarsa conoscenza e qualche pregiudizio - possa rappresentare un interessante punto di riferimento per l'intero comparto zootecnico italiano". (www.agi.it)



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