ENTI E MINISTERI
Domini “.vin” e “.wine”

C’è l’accordo tra “Donuts”, società a cui Icaan ha affidato la gestione del rilascio, e i produttori: dettagli ancora segreti, ma i nomi di denominazioni e simili non potranno essere registrati da chiunque

L’annosa questione dei domini “.vin” e “.wine” sembra avviarsi ad una conclusione che, in qualche modo, accontenta tutti: i domini, che tra molti “registrar” sono già prenotabili da tempo, saranno rilasciati, ma con delle tutele particolari, almeno per una certa lista di nomi che, però, non è ancora stata resa nota.

Sarebbe questo il contenuto dell’accordo raggiunto tra www.donuts.co, il più grande registrar di domini di primo livello al mondo a cui l’Icann (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers), l’ente americano che gestisce il sistema dei nomi a dominio generici di primo livello, ha delegato la gestione dei due domini specifici, dopo le varie proteste delle organizzazioni dei produttori europei (Arev - Assemblea delle Regioni Europee Viticole ed Efow - European Federation of Origin Wines in testa), che avevano sollecitato l’intervento, poi arrivato, della Commissione Europea che aveva portato, a fine 2014, alla sospensione del processo.
I dettagli dell’accordo raggiunto rimangono confidenziali, ma, in sostanza, emerge che ci sarà una lista di nomi riservati a chi può vantare una “legittima titolarità” sul nome di una denominazione geografica o di una indicazione geografica (consorzi di tutela e produttori in primis), in maniera tale da tutelare i consumatori da fenomeni come la commercializzazione di prodotti senza alcun legame con una Do o Ig da parte del titolare del nome di dominio, per esempio, e i produttori dall’usurpazione di nomi, uso fraudolento della notorietà di certi prodotti, cybersquatting e così via.
I dettagli saranno comunicati nelle prossime settimane ma, in pratica, è presumibile che mentre chiunque potrà richiedere la registrazione di un dominio generico come “vinifreschi.vin”, per esempio, a richiedere un dominio come “chianti.vin” o “barolo.wine”, potranno essere, al contrario soltanto consorzi o produttori delle denominazioni interessate.
“È una questione sulla quale ci siamo battuti per mesi, e siamo arrivati ad un accordo che soddisfa tutte le parti su una questione estremamente delicata, che riguarda tutti i territori ed i produttori del mondo, non solo italiani ed europei”, commenta a WineNews il presidente Efow e Federdoc, Riccardo Ricci Curbastro. (www.winenews.it)



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