ENTI E MINISTERI
Milano Expo, la Carta degli agronomi: linee guida per il cibo del futuro

L’italiano Andrea Sisti presidente. In 800 da tutto il mondo per il VI Congresso della World association of agronomists: «Uniti per vincere la sfida per nutrire il pianeta»

Una carta universale che definisce i principi etici per lo sviluppo professionale nel rispetto delle comunità di ogni Paese. È questa l’eredità che la World Association of Agronomists ha voluto lasciare all’Expo e alla Carta di Milano con l’approvazione del documento conclusivo del VI Congresso mondiale che si chiude — dopo cinque giorni — venerdì 18 settembre all’Esposizione universale e che ha visto la partecipazione di oltre 800 partecipanti da tutto il mondo. «Siamo convinti che la nostra professionalità, offrendo soluzioni tecniche avanzate, elevi la nostra responsabilità etica e ci costringa a operare sempre nell’interesse generale e in un’ottica di progresso sociale - ha spiegato il presidente degli agronomi mondiali, Andrea Sisti -. L’opera dell’agronomo, per questo, rappresenta una considerevole potenzialità nell’ambito delle sfide globali del XXI secolo, ragione per cui ci proponiamo di cooperare alla definizione di una strategia tecnico-alimentare e di sostenibilità ambientale per l’intero pianeta e in particolare per le zone in ritardo di sviluppo». Tra le proposte degli agronomi, la riqualificazione delle città e delle aree degradate urbane, investimenti concreti sulla conservazione della biodiversità delle specie agricole coltivate e l’inserire l’educazione alimentare come materia obbligatoria nelle scuole. Dieci in particolare i punti fissati nel documento: si va la salubrità e la qualità dei prodotti alla sostenibilità, dalla biodiversità alla gestione sostenibile del suolo, dalla salvaguardia del paesaggio all’uso sociale della genetica e della tecnologia, dall’indipendenza intellettuale e autonomia professionale, alla formazione continua fino allo spirito di solidarietà tra colleghi. «L’agronomo nell’esercizio della professione — si legge nel documento — escludendo ogni vincolo o limitazione, assicura le migliori condizioni per valorizzare la componente intellettuale che caratterizza la sua opera. Ha il dovere di conservare la propria autonomia di giudizio, tecnica e intellettuale, e di difenderla da condizionamenti esterni di qualunque natura... Riconosce il dovere di formarsi ed aggiornarsi costantemente al fine di garantire un elevato livello qualitativo alla propria attività, nel pubblico interesse del corretto esercizio della professione e della propria dignità professionale». (http://milano.corriere.it)



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