ENTI E MINISTERI
Dal mondo del biogas via libera al nuovo Decreto rinnovabili

Il Cib, la principale associazione dei produttori di biogas, promuove l'ultima bozza del Decreto che stabilisce gli incentivi per le rinnovabili non fotovoltacihe

Mancano ormai poco, probabilmente, alla presentazione del Decreto che servirà a finanziare le rinnovabili non fotovoltaiche, che in realtà sarebbe dovuto arrivare per fine maggio. La bozza circolata nelle scorse settimane non era piaciuta per nulla a numerose associazioni delle rinnovabili, che avevano criticato pesantemente numeri e provvedimenti. Dal CIB, Consorzio italiano biogas, arrivano invece parole di apprezzamento. «Siamo soddisfatti dell’impegno del governo sulla nuova bozza di decreto per  gli incentivi alle rinnovabili. Per consolidare questa eccellenza occorre garantire un sistema fiscale più stabile, la conclusione dell’iter normativo che riguarda il decreto sul digestato e il via libera definitivo al biometano», lo ha sostenuto Piero Gattoni, presidente del CIB, Consorzio Italiano Biogas.

«Ci fa piacere – continua Gattoni – che il ministro, così come le altre componenti istituzionali oggi presenti, abbiano sottolineato la centralità del nostro settore. Le bioenergie italiane, in particolare il biogas, si confermano modello di eccellenza, capace di accrescere il reddito e il livello di innovazione delle imprese italiane, favorendo l’ingresso delle nuove generazioni in agricoltura». L’Italia è oggi il terzo produttore di biogas al mondo dopo Germania e Cina. Il modello italiano in agricoltura, il “Biogasdoneright”, cioè il Biogas Fatto Bene, si caratterizza per elevati standard di qualità e sostenibilità, tanto da essere riconosciuto come caso di studio internazionale.

A parte le potenzialità in ambito energetico, un ulteriore sviluppo del biogas potrebbe fare del bene anche all’ambiente: recenti studi, tra i quali quelli condotti dal Crpa di Reggio Emilia e dal JRC a livello europeo, hanno dimostrato come l’utilizzo dei reflui zootecnici in impianti a biogas contribuisca a un abbattimento di oltre il 15% del totale delle emissioni clima alteranti di cui sono responsabili gli allevamenti. Una percentuale non da poco, se si considera che l’agricoltura oggi è responsabile del 12% delle emissioni climalteranti a livello globale (9% a livello europeo), delle quali per circa il 6% costituite da metano e diossido di azoto derivati da allevamenti e gestione delle deiezioni e il resto da emissioni CO2 derivate dall’impiego di fonti fossili per le lavorazioni e perdita della sostanza organica del terreno in colture intensiva. (Gianluigi Torchiani - www.tekneco.it)



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