FATTI E PERSONE
Coldiretti Lombardia: export alimentare a 5,7 mld +24% in 5 anni

41% di intera produzione. In controtendenza Russia -27,5%

Cresce l'export alimentare lombardo che, a livello tendenziale, toccherà i 5 miliardi e 700 milioni di euro a fine 2015, con un aumento di circa il 24% negli ultimi cinque anni. E' quanto stima Coldiretti Lombardia in occasione del vertice di Cremona sul futuro dell'agricoltura alla presenza fra gli altri del presidente nazionale Roberto Moncalvo, del ministro dell'Agricoltura Maurizio Martina e del presidente della regione Roberto Maroni.

Nel primo semestre 2015 in base all'elaborazione di Coldiretti Lombardia su dati Istat - le esportazioni regionali hanno superato i 2 miliardi e 775 milioni, in crescita di 35 milioni rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Solo il settore vino vale 255 milioni di euro di export. "Le vendite all'estero dei nostri tesori enogastronomici - ha spiegato Ettore Prandini, presidente di Coldiretti Lombardia - rappresentano oltre il 41% del valore dell'intera produzione agroalimentare della regione e sono la testimonianza più diretta dell'apprezzamento del Made in Italy sui mercati stranieri". A livello nazionale le esportazioni alimentari nel 2015 toccheranno il valore record di 36 miliardi di euro.

In controtendenza rispetto all'andamento generale nei primi 10 mesi del 2015, a livello nazionale crollano del 27,5 per cento le esportazioni di prodotti Made in Italy in Russia per effetto dell'embargo che ha sancito a partire dal 6 agosto 2014 il divieto all'ingresso per frutta e verdura, formaggi, carne e salumi ma anche pesce, oltre a tessuti, arredamento e mezzi di trasporto. Nell'agroalimentare - sostiene la Coldiretti - ai danni diretti stimati in 20 milioni di euro al mese di mancate esportazioni si sommano anche i danni indiretti dovuti alla perdita di immagine e di mercato provocata dalla diffusione in Russia di prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con il Made in Italy. Infatti lo stop alle importazioni dall'Italia ha provocato in Russia un vero boom nella produzione locale di prodotti Made in Italy taroccati, dai salumi ai formaggi con la produzioni casearia russa di formaggio che nei primi quattro mesi del 2015 ha registrato un aumento del 30% e riguarda anche imitazioni di mozzarella, robiola o Parmesan.

Intanto negli Stati Uniti il 99% dei formaggi di tipo italiano sono "tarocchi" nonostante il nome richiami in modo esplicito le specialità casearie più note. La produzione di imitazioni dei formaggi italiani - sottolinea la Coldiretti - nel 2014 ha raggiunto negli Usa il quantitativo record di quasi 2,228 milioni di chili, con una crescita esponenziale negli ultimi 30 anni, tanto da aver superato addirittura la stessa produzione di formaggi americani come Cheddar, Colby, Monterrey e Jack che è risultata nello stesso anno pari a 2,040 milioni di chili. Se gli Stati Uniti sono i leader della falsificazione, le imitazioni dei formaggi italiani sono molto diffuse dall'Australia al Sud America, ma anche sul mercato europeo e nei Paesi emergenti, dove spesso il falso è arrivato prima delle produzioni originali. A questa realtà - conclude la Coldiretti - si aggiunge l'italian sounding di matrice italiana, che importa materia prima dall'estero, la trasforma e ne ricava prodotti che successivamente vende come italiani senza lasciare traccia, attraverso un meccanismo di dumping che danneggia e incrina il vero Made in Italy, perché non esiste ancora per tutti gli alimenti l'obbligo di indicare la provenienza in etichetta. (www.askanews.it)


 



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