FATTI E PERSONE
In calo il prezzo della terra. Lo afferma un’indagine del Crea

Secondo i dati dell’Indagine sul mercato fondiario condotta dal Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria), nel 2014 la flessione del prezzo della terra in Italia si è accentuata, confermando per il terzo anno consecutivo una contrazione dei valori come media nazionale. Lo riporta il sito assomais.it che sottolinea il dato dell’indagine secondo la quale la diminuzione è stata pari a -0,6%, una variazione tutto sommato lieve e tipica di un bene immobiliare che non presenta variazioni annuali particolarmente significative.
Il valore medio nazionale della terra si mantiene intorno ai 20mila euro a ettaro con punte decisamente più elevate nelle aree di pianura e nelle zone collinari particolarmente vocate per colture di pregio. Molto inferiori risultano i valori fondiari nelle aree montane e in quelle relativamente più marginali delle regioni meridionali. Anche nel 2014 il divario nei valori tra aree ricche e marginali sembra attenuarsi, dato che i prezzi scendono in misura più consistente proprio nelle aree più fertili, segno di un aggiustamento dei valori che si attendeva da tempo.
Nove regioni, in prevalenza situate nel Nord Italia hanno presentato una variazione negativa dei valori, che è risultata piuttosto rilevante in Friuli Venezia Giulia, Veneto e Lombardia. Parallelamente continua a crescere l’affitto, a conferma di quanto già evidenziato dall’ultimo censimento dell’agricoltura. Tra il 2010 e il 20134 l’Istat rileva un incremento della Sau condotta in affitto del 7% che porta a 5,2 milioni di ettari complessivi, di cui circa 1 milione condotti in uso gratuito. La struttura fondiaria sta diventando sempre più flessibile se si considera che il 42% della Sau nazionale è condotta in affitto, un istituto che rimane tra i principali strumenti di modernizzazione da parte degli imprenditori agricoli che in questo modo possono aumentare le proprie superfici aziendali.
Il vantaggio va soprattutto alle aziende miste in proprietà e affitto che sopravanzano quelle solo in proprietà, sia in termini assoluti (5,8 milioni di ettari) che di valore medio aziendale (18 ha). Il trend positivo della diffusione dell’affitto riguarda in particolare le regioni meridionali (+8%) seguite da quelle settentrionali (+6,5%) e centrali (+5%), sebbene la quota complessiva di Sau condotta in affitto sia ancora significativamente concentrata nel Nord Italia.

Osservatorio Agri&Food di CremonaFiere
Paolo Bodini
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