LUOGHI
Dal Parmigiano Reggiano al Prosciutto di Parma e non solo: tante le eccellenze legate alla Città di Parma, ora ufficialmente candidata per diventare “Città Creativa per la Gastronomia” (la prima italiana) Unesco. Il verdetto è atteso l’11 dicembre

Dal Parmigiano Reggiano al Prosciutto di Parma, la Città di Parma è una delle capitali del cibo italiano, e di una food valley dove, tra gli altri, nascono prodotti come il Culatello di Zibello, al Salame di Felino, al Fungo di Borgotaro o alla Malvasia di Candia. E anche in virtù di queste eccellenze Parma ha presentato ufficialmente a Parigi la propria candidatura a “Città Creativa per la Gastronomia” Unesco, per un verdetto che è atteso l’11 dicembre.

Nella serata a sostegno della canditatura, si sono riunite, a Parigi, imprese ed istituzioni: dall’Ambasciatore d’Italia all’Unesco Vincenza Lomonaco al Sindaco di Parma Federico Pizzarotti, passando per Unione Parmense degli Industriali, Camera di Commercio di Parma, Fiere di Parma, Università degli Studi di Parma, con il sostegno della Regione Emilia-Romagna, dell’Anci Regionale e dell’Associazione Chef to Chef, un network composto da soggetti istituzionali e attori economici, nato pochi giorni fa con la sottoscrizione di un protocollo di intesa a sostegno della candidatura di Parma.
“Città laboriosa e creativa, Parma - ha detto Vincenza Lomonaco ai delegati Unesco - è conosciuta in tutto il mondo per l’eccellenza delle sue produzioni enogastronomiche, che sono il retaggio di tradizioni secolari e di talenti custoditi e tramandati di generazione in generazione. Dietro i prodotti “made in Parma” si cela una storia che concilia tradizioni e innovazione, nel pieno rispetto dell’ambiente. Questo spiega perché Parma sia stata scelta dall’Unione Europea per ospitare la sede di Efsa, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare. In un momento economico particolare come quello attuale, penso che Parma, con il suo tessuto di imprese agroalimentari e un’identità culturale fortemente plasmata dalla gastronomia, possa essere considerata un modello di sviluppo unico al mondo, da imitare”.
“La vocazione internazionale di Parma sarebbe ancora più forte - ha sottolineato il sindaco Pizzarotti - con la possibilità di avviare un percorso virtuoso dagli importanti risvolti turistici ed economici. La valorizzazione dei nostri prodotti tipici è il modo migliore per promuovere il territorio e per aumentare l’appeal del brand Parma: dobbiamo partire da eccellenze come Prosciutto di Parma e Parmigiano Reggiano perché tutti imparino a localizzare Parma sulla cartina del mondo. Perché, oltre al food, Parma offre meraviglie storico/culturali, una grande eredità musicale, un’elevata qualità di vita, un territorio di grande fascino che spazia dalla pianura all’Appennino”.
Il dato è tratto, e per conoscere i risultati bisognerà aspettare un mese esatto. Quella delle Città Creative è una rete - suddivisa in sette aree: Musica, Letteratura, Folk Art, Design, Media Arts, Gastronomia, Cinema - istituita nel 2004 da Unesco con l’obiettivo di creare una piattaforma internazionale fondata sulla socializzazione delle esperienze e sulla forza della creatività culturale: un elemento essenziale anche ai fini dello sviluppo economico. Il network Città Creative raccoglie attualmente 69 città di 32 Paesi. Le città italiane iscritte in questa lista sono tre: Bologna per la musica, Fabriano per l’artigianato e Torino per il design. Al momento, invece, sono otto, nel mondo, le Città Creative per la Gastronomia: curiosamente nessuna è italiana. Le città in questione sono: Östersund (Svezia), Zahlé (Libano), Chengdu e Shunde (Cina), Jeonju (Corea del Sud), Tsuruoka (Giappone), Florianopolis (Brasile) e Popayán (Colombia). In competizione con Parma per entrare nella lista delle Città Creative Unesco per la Gastronomia sono l’americana Portland e la spagnola Burgos. (www.winenews.it)




ASA Press / Le notizie di oggi