AZIENDE E PRODOTTI
Cia Piemonte: vola l'import di riso orientale, l'Ue non abbandoni il comparto

Le importazioni in Europa di riso orientale hanno toccato cifre mai raggiunte. Lo afferma la Cia del Piemonte, riportando i dati diffusi dall'Ente Risi (fonte Commissione Ue).


Quest'anno il riso base lavorato importato in Europa si è attestato al livello record di quasi 1 milione e 143 mila tonnellate, superiore di ben 129.080 tonnellate (+12,7 per cento) rispetto al dato registrato nel 2014. E' stato battuto persino il record di importazioni della campagna 2007/2008 di oltre 77 mila tonnellate.

I flussi di arrivo sono risultati in aumento sia per il riso semigreggio (+13 per cento) sia per il riso lavorato (+12,6 per cento). L'import di riso lavorato si è attestato a 664.506 tonnellate, di cui 314.265 provenienti dai Paesi meno avanzati in esenzione da dazio. Ovvero 59.000 tonnellate in più rispetto al precedente record raggiunto nella scorsa campagna.

"Se l'accordo con il Vietnam per l'import di riso a dazio zero, voluto dalla Commissione, otterrà anche il voto favorevole di Consiglio Ue e Parlamento e quindi andrà in porto, è presumibile che il prossimo anno ci sarà un ulteriore incremento dell'import -spiega la Cia regionale-. Il riso è l'unico prodotto di cui l'Italia ha la leadership nel nostro continente. A questo punto i produttori pretendono di sapere se l'Europa intende difendere il nostro comparto risicolo o, invece, come sembra, abbandonarlo al suo destino. La concessione al Vietnam è un segnale chiaro che non si vuole mettere un freno alle importazioni a dazio zero dall'Asia e serpeggia anche il timore che gli accordi possano estendersi alla Thailandia, uno dei campioni dell'export risicolo mondiale".

Nei mesi scorsi "i risicoltori piemontesi e lombardi, esasperati per l'import selvaggio a dazio zero dall'Oriente, avevano occupato le Borse risi di Vercelli, Novara, Pavia e Milano ed erano scesi a Roma per incontrare i rappresentanti del Governo, ai quali avevano chiesto un impegno solenne: l'adozione della clausola di salvaguardia per il riso importato dai Paesi asiatici. A tutt'oggi non solo l'Ue non ha adottato la clausola di salvaguardia, ma sta aprendo ad altri Paesi dell'Estremo Oriente", ricorda la Cia. "Il nostro Governo non può stare a guardare. Deve far valere le nostre buone ragioni e far capire che è interesse di tutti gli Stati membri salvare una produzione molto importante sotto il profilo alimentare per l'intera Europa. La nostra produzione è di elevata qualità. Non altrettanto si può dire di altre produzioni -conclude la Cia del Piemonte- e il rischio è anche di un dumping derivante dalle diverse modalità, non solo di produzione, ma anche di sfruttamento della manodopera, che caratterizzano il riso proveniente dal Sud Est asiatico". (www.cia.it)



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