FATTI E PERSONE

Dai rifiuti alimentari mangimi "low cost" per gli animali

Sei centri di ricerca (tra cui l'Università degli Studi di Parma) coinvolti nel progetto Noshan, finanziato dall'Unione europea. In Ue sprecate annualmente 90 milioni di tonnellate di cibo e ogni supermercato butta tutti i giorni due interi carrelli di alimenti freschi per un valore di quasi 150 mila euro l'anno

Utilizzare i rifiuti alimentari per produrre cibo per animali con un basso impatto ecologico e a costi ridotti. È ciò che stanno mettendo in pratica i ricercatori del progetto Noshan, finanziato dall'Unione europea, che sta sviluppando nuove metodologie, separando e producendo additivi alimentari dai rifiuti, per poter ottenere mangimi 'low cost'. I ricercatori utilizzano, oltre a quelli derivanti dai rifiuti, anche altri additivi commercializzati e riescono a garantire la sicurezza dei mangimi che non presentano agenti patogeni o contaminanti. Lo studio evidenzia che i principali rifiuti alimentari in Europa, riutilizzabili per il riciclo, sono ortaggi, latticini, frutta e piante.
I sei centri di ricerca che partecipano al progetto, tra cui c'è anche l'Università degli Studi di Parma e sono coordinati dal centro tecnologico spagnolo Leitat, stanno anche sviluppando una tecnologia adatta alla separazione del contenuto solido dei rifiuti di latticini senza aggiungere sostanze chimiche. Inoltre, stanno portando avanti tecniche innovative per l'essiccazione e la stabilizzazione di frutta, vegetali, latticini e piante. Il progetto Noshan sta lavorando su ingredienti derivati da residui alimentari che sono diretti a necessità specifiche degli animali, come il benessere fisico o la prevenzione di malattie. Per esempio, i ricercatori hanno concentrato la loro ricerca su fibre e peptidi (composti chimici) che saranno utilizzati per l'alimentazione adatta a suini e pollame.
Secondo l'Unione europea a beneficiare dei risultati del progetto Noshan saranno "sia le aree rurali dove la crescita è meno densa che le aree urbane in cui l'industria dei mangimi è un potente motore economico". Le tecniche innovative mirano a facilitare la nascita di nuove opportunità per gli agricoltori e stimolare la creazione di nuovi posti di lavoro, riducendo la dipendenza dell'Europa dai mangimi importati.
L'impatto del progetto di 'riciclo alimentare' assume una importanza ancora più rilevante se si tiene conto che, secondo uno studio commissionato dalla Fao, ogni anno nel mondo si sprecano circa 1,3 miliardi di tonnellate di alimenti e che la domanda globale di cibo salirà del 70% entro il 2050. Solo all'interno dell'Unione europea, vanno sprecate annualmente 90 milioni di tonnellate di cibo e ogni supermercato butta tutti i giorni due interi carrelli di alimenti freschi per un valore di quasi 150 mila euro l'anno per negozio. Il costo totale del progetto Noshan ammonta a più di 4 milioni di euro e il contributo dell'Ue è pari a quasi 3 milioni. I risultati finali sono attesi per il 2016 quando il progetto terminerà la sua corsa. (Giovanni De Paola - www.redattoresociale.it)




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