LUOGHI

“Per chi suona la campana...”: a Fontanile suona per i turisti, tra storia, gastronomia e folclore in onore di San Giuseppe



1 - 2 - e 3 La Parrocchiale di San Giovanni Battista a Fontanile (Asti)

L’invito mi incuriosisce: festeggiare e promuovere un paese attraverso il suono delle campane e il tutto abbinato a turismo, storia, gastronomia e folclore.
Complice la data in cui gli inviti odierni condurrebbero troppo lontano, e altri per motivi di scelta, decido di soddisfare la mia curiosità.
La strada, quasi pianeggiante, che da Asti conduce a Nizza, scorre lungo la pianura racchiusa tra piccole colline, tra prati di verde intenso punteggiato dal rosso dei tetti dei cascinali. Qui e là dominano le torri delle chiese, un maniero, un piccolo paese.
Costeggiamo vigneti e zone industriali, sino a raggiungere Nizza.


1 e 2 Le colline di Fontanile

Ma basta uscire dalla cittadina per vedere il paesaggio mutare. La strada si inerpica sulle colline in un susseguirsi di curve e ad ogni curva ti ritrovi un paesaggio diverso, stupendo, mentre lo sguardo si perde sulla catena montuosa che fa da corona al Piemonte dove svetta maestoso il Monviso.
Tra i filari si vedono i tipici ciabot dove riporre gli attrezzi, ripararsi dalla pioggia o sostare per il pasto quotidiano. Da Nizza a Fontanile il tragitto è breve, ma lo spettacolo è così bello
che vorrei poter prolungare i chilometri per assaporare ancora questi luoghi... quasi solitari,
sperduti, sconosciuti, lontano dalle abituali rotte di transito turistico.



1) Le colline di Fontanile - 2) Il campanile

L’appuntamento è nel Comune di Fontanile, in provincia di Asti, per la conferenza stampa di presentazione della tradizionale festa annuale che vede come protagonista un concerto di campane suonate a tastiera, numerosi eventi culturali, religiosi e altre attività, tra cui la dimostrazione dell’unità cinofila “Sirio” cani da soccorso, a cui va il mio applauso!
Ampio spazio è stato dato alla gastronomia che ha offerto degustazioni di “torte della popolazione”; “dolci sorprese” della Proloco; la “bruschetta” dell’associazione “I quattro venti”; le torte “Mirù, Bastian e Tisia” di Bastian; i vini e l’aperitivo della Cantina Sociale; pane e cittadella, crema di nocciole della pasticceria Gallina; miele con tomini di Scoviglio; belecauda, farinata di Fontanile; e i tradizionali grissini di Nonna Giulia.
Spazi per le tradizioni con l’associazione “Dal fuso in poi” per andare indietro nel tempo con i ricami d’epoca. L’arte si è presentata con la bigiotteria di Teresa Guercio e le sue pietre dure.
Con il gruppo quad il turista è andato alla scoperta dei punti panoramici, mentre gli amanti dell’arte e della lettura sono entrati nella storia con i percorsi guidati alla scoperta della storica chiesa, o si sono soffermati nella Biblioteca.
Cori per la Santa Messa, Vespri e Processione per i devoti. E per chi ama la natura non sono mancate passeggiate solitarie nel silenzio di un paesaggio monferrino alla scoperta di scorci paesaggistici, vigneti e tradizioni.
Durante la conferenza si è affrontato anche il tema di come pubblicizzare il paese e attirare i turisti, sottolineando l’utilizzo del recente riconoscimento dell’UNESCO che ha inserito le colline di Langhe-Roero e del Monferrato nell’elenco dei cinquanta siti italiani riconosciuti Patrimonio Mondiale dell’Umanità.



1) Il “Sindaco” da il benvenuto agli ospiti - 2) ... Tutti in posa per la foto ricordo!

Al tavolo si susseguono gli interventi del Sindaco o per dirla... alla Boldrini: “Sindachessa!”,
dei campanari dell’Associazione Campanari del Monferrato e dello storico del paese.
Mentre nel mondo, contemporaneamente a Fontanile, hanno risuonato come in un eco le
campane Tibetane, le Eoliche ed altre che annunciavano l’inizio del Wesak Buddhista, quelle di Fontanile hanno segnato i ritmi di vita della comunità contadina in una manifestazione dedicata proprio alle campane e ai loro suonatori.
Ma vediamo un cenno su Fontanile, un nome che indica la caratteristica di un territorio ricco di sorgenti che alimentano il Rio Cervino e il lago nella Valle del Robiano.
Siamo in Piemonte. Qui i vigneti si estendono sulle colline argillose e producono il vino che è l’identità stessa del territorio denominato Monferrato Astigiano: il Barbera, o come ho detto in altri articoli “la Barbera”, spiegandone le motivazioni.


1) Il Sindaco - 2) I vini di Fontanile - 3) Parroco e moderatrice brindano con l’Aperitivo dei Campanari

L’abitato è dominato dall’imponente mole della chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, dall’inconfondibile architettura che la contraddistingue e già vale il viaggio! Costruita su una precedente chiesa abbattuta nel 1897, la nuova parrocchiale vene inaugurata nel 1901.
Il nucleo abitativo ha origine intorno al IV-V secolo d.C.
Alle origini il paese sorgeva nel fondo valle, ma le invasioni barbariche non lasciarono indenne nemmeno questa piccola località sperduta, semi nascosta, costringendo la popolazione a trasferirsi in una zona più elevata per meglio difendersi.
Con l’invasione saracena che devastò tutta la penisola portando morte e distruzione anche il territorio del Monferrato divenne teatro delle terribili scorribande dei predatori e nemmeno la rocca fortificata costruita tra il IX e il X secolo riuscì a fermare l’orda vandalica.
Nel 1606 una guerra fratricida sconvolse il paese e terminò con l’incendio di molte abitazioni e molti morti.
La tremenda epidemia di peste che nel 1630 coinvolse l’Europa e quindi anche l’Italia, come racconta Alessandro Manzoni ne “I promessi sposi”, non risparmiò nemmeno questo paesino il cui numero di abitanti era di poche centinaia di anime.
Nel 1861 mentre si festeggia l’Unità d’Italia, il paese conta 1.144 abitanti. Nel 1901 gli abitanti sono 1.526, attualmente sono poco più di 500.
Nel tempo molte cose sono cambiate, anche le origini contadine che nei secoli hanno caratterizzato la vita dei nostri nonni era molto diversa da quella attuale. La fratellanza che univa gli abitanti dei paesi agricoli era basata sulla solidarietà e l’aiuto reciproco. L’ospitalità era talmente radicata nel loro animo contadino che anche il viandante sconosciuto, il pellegrino, era accolto nelle case come uno di famiglia con cui dividere quel poco che si aveva e se occorreva... privarsene per darlo all’ospite.
Il progresso che tutto rinnova genera cambiamenti radicali nello stile di vita, nella cultura,
nella vita sociale e le vecchie tradizioni contadine non sono che un tracciato scritto nei libri di
storia, così oggi ci si domanda come promuovere il territorio e la mia curiosità si rinnova mentre attendo il prossimo appuntamento e il tema “Come promuovere un territorio!”...



1) Ancora uno sguardo su alcuni prodotti - 2) E uno all’interno della bella parrocchiale Gotica

Purtroppo l’esperienza mi ha insegnato che ci sono piccoli paesi, che hanno nell’arte, cultura, storia, folclore, enogastronomia e nel paesaggio, delle potenzialità attrattive inimmaginabili, ma per sottovalutazione o per incapacità, o per altri motivi, non sanno presentarsi e se lo fanno sono talmente maldestri da sciupare le occasioni.



1) e 2) L’interno della parrocchiale - 3) Ed ecco una Campana, simbolo del Paese e due Campanari

Il più delle volte, girovagando senza un itinerario, alla ricerca di “qualcosa”, scopro il “dietro l’angolo”, quello sconosciuto punto che sarebbe un’attrattiva turistica o gastronomica da valutare, ma spesso naufragata sulle banalità, e di simili “negatività” per la promozione di un territorio o di un prodotto, ne avrei molte da sottolineare! Come molte ne avrei da insegnare sulla “positività” di una pubblicità talmente intelligente da riuscire a vendere i ghiaccioli al Polo, le stufe nel Sahara e convincere i giornalisti a scrivere e i turisti a tornare: in fondo sono loro i migliori pubblicisti.

di Alexander Màscàl e Matteo Saraggi - ASA

 


Torna all'indice di ASA-Press.com