SALUTE E BENESSERE

Salute: Adi, sodalizio fra obesità e povertà piu' forte in tempo di crisi
L'Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica, per il 10 ottobre, - come ogni anno dal 2001- organizza l'Obesity day


I chili di troppo vanno a braccetto con la crisi. Ad accendere i riflettori sul "preoccupante connubio" che vede intrecciarsi la patologia dell’obesità a una condizione di 'povertà' è l'Adi, Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica, che per il 10 ottobre, - come ogni anno dal 2001- organizza l'Obesity day, giornata nazionale dedicata alla sensibilizzazione al tema dell’obesità.
"L'obesità nei Paesi sviluppati non interessa tutti i segmenti della popolazione nello stesso modo. Nelle società occidentali è più frequente nei quartieri degradati e tra i gruppi con minore livello di istruzione e di reddito. Il reddito e il potere di acquisto familiare influenza i comportamenti alimentari. Gli alimenti più ricchi di zuccheri e addizionati di grassi sono spesso economici, palatabili e convenienti - ricordano gli esperti - Negli Stati Uniti un'alimentazione corretta è di norma più costosa e non alla portata di tutti tanto che viene considerato un forte indicatore di rischio obesità il vivere in immobili dal basso valore economico".
Lo stesso fenomeno, riflettono gli esperti, si osserva anche nei paesi che stanno attraversando un periodo di transizione. In Romania l'obesità infantile è significativamente correlata allo stato socioeconomico. Le cause di tale fenomeno sono lo stile di vita sedentario, le abitudini alimentari e il maggiore contenuto di grassi della dieta.
E ancora: "I bambini obesi delle classi meno ambienti mangiano meno frutta. E il fenomeno, relativamente recente per i Paesi dell'Est, dei supermercati alimentari al dettaglio e lo scarso potere di acquisto delle famiglie sono fattori in grado di facilitare comportamenti obesogeni". Collegato all'Obesity Day dal 2009 è attivo un Osservatorio sugli stili di vita e le abitudini alimentari. I risultati dell’ultima edizione "ci permettono di dire che gli italiani hanno imparato a fare i conti con la parsimonia e a scovare le offerte più vantaggiose nel fare la spesa", ricordano gli esperti. Ma non mancano i motivi di allarme.
"Osserviamo una preoccupante predisposizione a un acquisto conveniente a scapito di una valutazione ponderata della qualità organolettica e nutrizionale dei prodotti – commenta il Giuseppe Fatati, coordinatore scientifico dell'Obesity Day e dell’Osservatorio – Per quanto possa essere inevitabile che in tempo di crisi gli italiani stringano la cinghia, è comunque necessario mantenere alta l’attenzione a corrette scelte alimentari per non compromettere la buona salute e non rinunciare alle proprie preferenze di gusto. Combattere la povertà può essere il migliore, se non l'unico, modo per fermare l'epidemia dell’obesità". (www.adnkronos.com)


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