SALUTE E BENESSERE

Cibo per il corpo, cibo per la mente.

Parecchie persone sono ormai consapevoli che mangiare cibi sani, biologici, coltivati in terre non inquinate e nutriti secondo le regole eterne della natura sia uno dei modi per conservare la salute a lungo negli anni.
Questa è una grande verità e gli studi medici più recenti non fanno che confermare questo assioma: mangiare bene è la prima medicina che ci aiuta a mantenere un corpo sano e vigoroso. .
Non tutte le persone però sono consapevoli che anche i pensieri con cui nutriamo la nostra mente abbiano le stesse analogie e le stesse valenze.
I pensieri non si vedono, pochi sanno che spesso essi vengono “coltivati” in aree molto inquinate e che vengono da terreni vecchi e malati, arati e dissodati molti secoli fa. I pensieri tramandano la negatività di generazione in generazione, rendendo le persone infelici nei secoli.
L’origine di questo “veleno” è antichissima, si perde nella notte dei tempi e continuerà ad avvelenare le nuove generazioni fino a che gli esseri umani non capiranno il suo funzionamento.
I pensieri con cui nutriamo la nostra mente non vengono visti e quindi le persone non sanno come “scegliere” i pensieri buoni rispetto a quelli cattivi e quindi tutti noi siamo costretti a “ mangiare qualsiasi cosa ci venga propinata”, senza nessun discernimento o consapevolezza.
Siamo delle “gole profonde”, in cui ogni concetto viene assimilato senza rielaborazione.
In termini tecnici, questo fenomeno si chiama “condizionamento” e, per sua stessa natura, DEVE essere inconsapevole, altrimenti non potrebbe inquinare con tanta efficacia i nostri comportamenti.
Il condizionamento ha basi antiche: il Potere politico e religioso di tutti i tempi si è sempre fondato sul condizionamento mentale.
Dal concetto di Diavolo o Belzebù fino alla manipolazione delle notizie di oggi, la mente umana è sempre stata sottoposta a infiniti messaggi di paura, di coercizione e di ignoranza. Tutto ciò crea insicurezza che, a sua volta, destabilizza la psiche.
Diventare consapevoli che nella “normalità” esistono gravi condizionamenti aiuta il processo di guarigione psichica, rendendoci liberi e sempre più felici.
La nostra società, infatti, poggia la sua stessa esistenza, sull’infelicità.
Noi siamo educati all’infelicità.
Solo le persone che si sono “ribellate” a questa continua manipolazione cerebrale possono aspirare ad una vita migliore.
“Chi è felice non si ammala”, dice il vecchio adagio, seguito dall’altro altrettanto famoso che ricorda che “ Il riso fa buon sangue”.
Questi antichi detti ci rammentano quanto la felicità e la salute fisica siano collegate.
Come si fa a vivere felici, allora? Ci sembra quasi una domanda senza senso, tanto siamo abituati a non pensare mai in termini di “Felicità”.
Pensate quanto siamo lontani da realizzarla, se neanche riusciamo a formulare la domanda!
Valenti studiosi come la dott. Helena Norberg-Hodge che ho avuto la fortuna di conoscere personalmente, ha molto studiato la Felicità dal punto di vista economico e di sostenibilità. I suoi incredibili studi sono esemplificati in un filmato che ha fatto il giro del mondo e che porta, non a caso, il titolo di “ The Economy of Happiness”. Se avete occasione, guardatelo perché ne vale davvero la pena
Io, invece, ho cercato di trovare il filo rosso di Arianna, l’uscita dal labirinto dei nostri pensieri malati, dal punto di vista interiore. Se ogni singolo individuo non fa un lavoro sulle proprie percezioni interiori non le potrà modificare a suo vantaggio e quindi dovrà rimane succube delle idee degli altri.
Alcuni incredibili filosofi e pensatori si sono occupati di raggiugere la beatitudine in terra, da Epicuro a Dante, passando attraverso i secoli per arrivare a Stuart Mill con la sua idea di Liberalismo radicale e di libertà legata al perseguimento della felicità.
Epicuro, in una Lettera sulla felicità a Meneceo, lo ravvisava sul fatto che non c'è età per conoscere la felicità: non si è mai né vecchi né giovani per occuparsi del benessere dell'anima (e cioè di "filosofare", amare il pensiero). Per Epicuro la felicità e la conoscenza delle cose fanno lo stato di felicità.
Infatti noi siamo infelici principalmente perché siamo ignoranti.
Ignoriamo come si faccia a stare bene con noi stessi e con gli altri. Non coltiviamo bene il nostro giardino interiore, lasciamo che semi di erbacce infestanti ci inquinino la mente e poi, di conseguenza, facciamo scelte sbagliate nella vita.
Prova di questa ignoranza “planetaria” l’ho avuta io personalmente, quando, spinta dalla voglia di comunicare agli altri tutto il mio percorso di vita e di studi su questi affascinanti argomenti, mi sono decisa a mettermi in “rete” e a diffondere, con questo linguaggio tipico del terzo millennio, la consapevolezza acquisita.
Avendo fatto un lungo studio sui racconti antichi, che comunemente chiamiamo “Fiabe”, precisamente su quelli tramandati oralmente di generazione in generazione fin dalla notte dei tempi, e avendo capito che essi nascondono verità iniziatiche profondissime, mi sono decisa a dare al mio sito, come titolo, la magica frase che suggella la raggiunta pienezza della Verità: “ e vissero felici e contenti”.
Sicura che tale famosissima denominazione fosse stata declinata in tutte le lingue del mondo e in tutte le valenze sintattiche, quale fu la mia sorpresa quando, cercando tale dominio, l’ho trovato … mai usato!
Non potevo credere ai miei occhi! Eppure l’evidenza era lì, a prova di tastiera.
Ovviamente mi affrettai a siglare il dominio in lingua italiana, ben certa che paesi anglofoni, che nel nostro immaginario collettivo sono ben più dotati di consapevolezza e senso civico, fossero già ben forniti di siti con questa dicitura.
Beh, ci crederete? Neanche in lingua inglese esiste tale dominio!
Se internet rappresenta quasi la “memoria akasica” dell’umanità, se il web rappresenta, come in effetti rappresenta, tutto lo scibile umano finora divulgato, come mai tale lacuna?
Eppure non esiste frase più famosa che riguardi la felicità.
“Vivere felici e contenti “ è la meta agognata di ogni anima che si incarna, di ogni bimbo che emette il primo vagito e di ogni persona che vuole cogliere la profondità della vita.
Giunti a questo punto dell’analisi, non ci resta quindi, che rimboccarci le maniche e riempire quel vuoto.
Ora il sito esiste in lingua italiana e tra poco sarà on line anche in inglese.
La lunga strada per nutrire bene la nostra mente è cominciata. La letteratura è molto ricca, ma ancora scarsamente messa in pratica.
Ricordate il vecchio detto latino mens sana in corpore sano?
Ebbene, questo è vero, ma è vero anche il suo contrario, ovvero sanus corpus in mente sana.
Le due direzioni della salute sono imprescindibili l’una dall’altra: dobbiamo vederle entrambe per stare in armonia.
Vorrei che dalle pagine del sito ASA e dal fantastico gruppo che lo anima, nascesse interesse per questi collegamenti tra le varie tipologie di “cibo” di cui abbiamo bisogno per vivere bene.
Anzi, non solo bene… benissimo, addirittura “felici e contenti”!

Mirella Santamato
Associata ASA
www.viverefeliciecontenti.it
www.tolivehappilyeverafter.com


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