QUALITA'

Olio, obbligatorio il tappo antirabbocco

Multe fino a 8mila euro per i "furbetti" delle oliere negli esercizi pubblici. La soddisfazione di Coldiretti. Assitol e Federolio chiedono indicazioni chiare per gli operatori del settore

Addio alle oliere in bar, ristoranti, mense e pizzerie: è entrato in vigore il 24 novembre l'obbligo del tappo antirabbocco per i contenitori di olio extra vergine d'oliva utilizzati negli esercizi pubblici, secondo quanto previsto dalla legge europea 2013 bis approvata dal Parlamento e pubblicata sul supplemento n.83 della Gazzetta Ufficiale 261. E le multe sono salate: fino a ottomila euro per chi non adotta contenitori adeguati.
Obiettivo: evitare il riutilizzo dopo l'esaurimento del contenuto originale indicato nell'etichetta e l'allungamento con altri prodotti. Esclusi gli oli utilizzati in cucina e per la preparazione dei pasti.
Le novità però non si fermano al tappo antirabbocco: è prevista anche una più accentuata rilevanza cromatica rispetto all’etichettatura degli oli che siano prodotti con miscele provenienti da uno o più Stati, così da mettere in guardia il consumatore sulla diversa qualità e composizione merceologica del prodotto.
“Lo stop alle oliere truccate nei locali pubblici salvaguarda un prodotto base della dieta mediterranea come l’olio di oliva che offre un contributo determinante alla salute dei cittadini e rappresenta una realtà produttiva da primato nazionale che può offrire importanti sbocchi occupazionali e opportunità di sviluppo sostenibile al Paese” afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo.
Le norme a tutela dell’extravergine made in Italy arrivano peraltro in un momento particolarmente delicato per la produzione nazionale che quest’anno dovrebbe scendere del 35 per cento, una produzione attorno a 300mila tonnellate; prevista in calo, a causa dell'andamento climatico anomalo, la produzione in tutta Europa.
Il rischio concreto è che il mercato europeo venga "invaso" dalle produzioni provenienti dal Nord Africa e dal Medio Oriente, che non sempre hanno gli stessi requisiti qualitativi e di sicurezza.
"Un rischio che riguarda soprattutto l’Italia - sottolinea la Coldiretti - che ha visto aumentare le importazioni di olio di oliva dall’estero del 45 per cento rispetto allo scorso anno, con un Paese come la Spagna che ha addirittura quasi quadruplicato le spedizioni verso la Penisola (273 per cento), sulla base dei dati Istat relativi ai primi sette mesi del 2014. Se il trend sarà mantenuto l’arrivo in Italia di olio di oliva straniero raggiungerà nel 2014 il massimo storico".
L’Italia è il primo importatore mondiale di oli di oliva che vengono spesso mescolati con quelli nazionali per acquisire, con le immagini in etichetta e sotto la copertura di marchi storici, magari ceduti all’estero, una parvenza di italianità da sfruttare sui mercati nazionali ed esteri. Sotto accusa è la mancanza di trasparenza nonostante sia obbligatorio indicarla per legge in etichetta dal primo luglio 2009, in base al Regolamento comunitario n.182 del 6 marzo 2009. Sulle bottiglie di extravergine ottenute da olive straniere in vendita nei supermercati è quasi impossibile, nella stragrande maggioranza dei casi, leggere le scritte “miscele di oli di oliva comunitari”, “miscele di oli di oliva non comunitari” o “miscele di oli di oliva comunitari e non comunitari” obbligatorie per legge nelle etichette dell’olio di oliva.
"La scritta è riportata in caratteri molto piccoli, posti dietro la bottiglia e, in molti casi, in una posizione sull’etichetta che la rende difficilmente visibile - denuncia la Coldiretti - Inoltre spesso bottiglie con extravergine ottenuto da olive straniere sono vendute con marchi italiani e riportano con grande evidenza immagini, frasi o nomi che richiamano all’italianità fortemente ingannevoli. I consumatori dovrebbero fare la spesa con la lente di ingrandimento per poter scegliere consapevolmente".
Assitol e Federolio: "Operatori del settore in difficoltà, servono indicazioni chiare"
Assitol e Federolio esprimono apprezzamento sull'introduzione dei tappi antirabbocco nei pubblici esercizi, ma allo stesso tempo manifestano preoccupazione per lo scenario di forte incertezza che si viene ad aprire per gli operatori del settore con l’entrata in vigore della norma.
Le due associazioni fanno notare come la nuova disposizione sia stata adottata come modifica della legge Mongiello, sulla quale risulta ancora aperta una procedura pilota di infrazione da parte dell'Ue che, come noto, rende tutta la legge sostanzialmente inapplicabile.
Rilevano inoltre come la nuova norma non chiarisca quali dosatori possano essere considerati conformi alla legge, generando così una legittima e seria preoccupazione tra i produttori di tappi dosatori e le aziende confezionatrici, che non sanno “cosa fare” per fornire agli operatori della ristorazione confezioni che possano essere considerate non rabboccabili. Una situazione resa, tra l’altro, ancor più critica e complessa dal fatto che la legge non concede congrui termini sia per lo smaltimento delle scorte che per far adeguare alla già lacunosa normativa i produttori di tappi dosatori, le aziende confezionatrici e i ristoratori.
Assitol e Federolio auspicano quindi che il legislatore si pronunci al più presto e fornisca indicazioni chiare per consentire a tutti i confezionatori, dai frantoi e dai piccoli produttori agricoli alle maggiori industrie, di poter fornire prodotti conformi alla legge.
La associazioni auspicano inoltre che il legislatore, nel pronunciarsi su questo tema, non tralasci di prevedere dispositivi di chiusura che abbiano per gli operatori costi sostenibili, salvaguardando così da ulteriori aggravi confezionatori, ristoratori e consumatori finali.

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