QUALITA'

Governo battuto sui succhi di frutta

Passa un emendamento che innalza dal 12% al 20 la quantità minima

Vitamina C di lotta e di governo. In commissione Agricoltura alla Camera un emendamento del Pd alla legge Comunitaria batte il governo, di cui il Pd fa parte, per portare dal 12% al 20% la quota di frutta (con relativi minerali e vitamine) nelle bibite di cui i ragazzini vanno pazzi. Tutto in nome del miglioramento della qualità nutrizionale e del sostegno alle produzioni di frutta «made in Italy». Il Movimento 5 Stelle si astiene. Seguono applausi a dossier aperto perché questa è una vecchia battaglia che da anni si combatte nelle commissioni agricoltura di Camera e Senato a ogni giro di “Comunitaria” sotto i fucili puntati di Bruxelles che per quel 20% di frutta che l’Italia vuole nelle sue bibite, aveva aperto una “Ue Pilot”, anticamera della procedura di infrazione. 
 
Applaude l’ex ministro della salute Renato Balduzzi (Governo Monti) che già aveva inserito nel suo decreto del 2012 una norma che elevava al 20% la quantità minima di frutta che doveva essere contenuta nelle bevande analcoliche a base di frutta. «Quello che è successo stamattina in commissione Agricoltura è un momento ulteriore della battaglia positiva che il nostro Paese sta conducendo a livello europeo per assicurare ancora migliore qualità degli alimenti, in particolare guardando alla salute dei minori», ha detto. 
 
Segue il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo: «basta con “l’aranciata senza arance” che inganna i consumatori costretti a pagare l’acqua come la frutta, ma che sta anche facendo sparire il frutteto italiano, con gravi perdite economiche ed occupazionali». L’organizzazione agricola sottolinea che con questa norma 200 milioni di chili di arance all’anno in più saranno «bevute» dai 23 milioni di italiani che consumano bibite gassate. 
 
Non applaudono affatto gli industriali di Assobibe che accolgono «con sorpresa» l’emendamento che «discrimina immotivatamente un prodotto, ma non è supportata da alcuna giustificazione legata alla salute aumentando anzi l’apporto calorico» e ricordano che la Ue ha già «censurato questo aumento». «È una norma che comunque non può impedire l’arrivo in Italia di bibite prodotte all’estero con la quota del 12%. E questo danneggia chi produce in Italia con effetti distorsivi sulla concorrenza» afferma il direttore di Assobibe David Dabiankov. 
 
In realtà, l’art.4 del dpr 19 maggio 1958, che l’emendamento va a modificare parla di bibite «vendute» quindi, sottolinea la senatrice Pd Leana Pignedoli il 20% riguarda le bibite «prodotte e commercializzate» in Italia. E sempre con questa norma, spiega il deputato Pd Niccodemo Oliverio viene «impedita la procedura di infrazione» perché viene abrogata e sostituita la norma Balduzzi fermata dalla Commissione Ue. 
L’emendamento, votato dalla commissione Agricoltura in sede consultiva, dovrà adesso passare al vaglio della commissione Politiche europee che sta esaminando la legge comunitaria in sede referente. «L’Italia è apripista a tutela della salute per insegnare all’Europa ad andare in direzione della qualità»: conclude la deputata del Pd Colomba Mongiello. (www.lastampa.it))


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