QUALITA'

Le "etichette narranti", strumento per difendere il cibo made in Italy

Dal Salone del Gusto e Terra Madre l’invito ai produttori: "Dichiarate sempre da dove provengono le materie prime che utilizzate, anche quando non è obbligo di legge". Le produzioni di piccola scala modello di tracciabilità da imitare anche per le aziende più grandi

Sono lo strumento per difendere il made in Italy. Le etichette “narranti”, che dichiarano da dove provengono le materie prime utilizzate in un cibo che arriva sulle nostre tavole, esprimono  “un’alleanza più efficace tra produttori, consumatori e istituzioni per difendere il made in Italy da contraffazione, inganno, usurpazione”. Se ne è discusso nella penultima giornata del Salone del gusto e Terra Madre a Torino durante la conferenza “L’inganno nel piatto”. “I consumatori, nonostante l’esigenza di risparmiare anche sugli alimenti, devono essere disposti a spendere qualcosa in più per garantire i produttori. Il rischio è che prendano scorciatoie che spesso portano al limite della legalità – ha detto il presidente di Slow Food Italia Gaetano Pascale -. La filiera deve essere sempre più trasparente e le produzioni di piccola scala possono diventare un modello di tracciabilità da imitare anche per le aziende più grandi”. Secondo Pascale lo strumento efficace, da prendere a modello per difendere il made in Italy, sono le etichette narranti presenti sui presìdi Slow Food che “raccontano le fasi della filiera di produzione, restituiscono la complessità del processo e sono facilmente comprensibili per i consumatori”.
Michele Antonio Fino, docente all’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e coordinatore dei lavori della conferenza di Torino, ha lanciato l’idea di una campagna estesa, sulla scorta dell’esperienza dei “presìdi, intesi sempre più come un cibo quotidiano e non destinato a un consumo d’élite”, per chiedere a tutti i produttori di dichiarare espressamente la provenienza delle materie prime utilizzate, anche nei casi in cui non è un obbligo previsto dalla legge.
Della necessità di “regole più efficaci sia in Italia che in Europa, senza quella burocrazia inutile fatta di controlli che non portano a risultati concreti” ha parlato Bruno Rivarossa, direttore di Coldiretti Piemonte. A questo proposito Coldiretti ha promosso un Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare che può contare sull’ex procuratore di Palermo Gian Carlo Caselli come presidente del comitato scientifico.
Chiarezza prima di tutto e impegno da parte dello Stato a tutela dei prodotti italiani di qualità: è l’appello lanciato da Tom Mueller, giornalista e autore di “Extraverginità. Il sublime e scandaloso mondo dell’olio d’oliva”. Sono purtroppo troppi gli esempi di norme e operazioni economiche e istituzionali che non proteggono il vero olio extravergine di oliva italiano. “In questo settore – ha spiegato Mueller – a differenza di quanto avviene ad esempio per il vino, non si distinguono in etichetta gli oli extravergine prodotti con olive raccolte e macinate dal produttore, rispetto agli oli assemblati dagli imbottigliatori. Servono più controlli che sarebbero efficaci se potessero essere svolti anche dai consumatori stessi”.
L’avvocato Paola Gelato dello studio Jacobacci & Associati di Torino ha ricordato alcuni casi che hanno avuto conseguenze legali, tra pubblicità ingannevoli ed etichette contraffatte, rivolgendo un invito alla platea: “È bene diffidare dall’autenticità sbandierata perché può diventare uno dei principali strumenti di inganno, anche nei messaggi promozionali”. Un tema ben noto al presidente del consorzio di tutela del Parmigiano Reggiano, Giuseppe Alai, impegnato in molte battaglie per difendere una delle punte di diamante del made in Italy da molteplici tentativi di imitazione in tante parti del mondo. Al presidente di Coop Italia, Marco Pedroni, è toccato il compito di portare la riflessione sul tema del rapporto tra prezzo e qualità dei prodotti: “Per noi è fondamentale – ha detto – offrire un cibo di qualità buono e sicuro con uno standard di prezzo accessibile a tutte le famiglie. Per questo nel proprio assortimento Coop propone prodotti di qualità a un prezzo adeguato e remunerativo per l’intera filiera e, con prezzo crescente, prodotti di eccellenza o di nicchia”. (www.redattoresociale.it)


 


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