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All'ambiente 'costa' 188 metri quadri a settimana un menù a base di carne

Un menù vegetarino, invece, 'costa' all'ambiente, in termini di impatto, 140 metri quadri

Scontrino salato per l'ambiente per un menù a base di carne. L'impronta ecologica della persona che consuma carne una volta al giorno durante tutta la settimana è di 188 metri quadri (9.780 all'anno) equivalenti a 37 campi da tennis. Un menù vegetarino, invece, 'costa' all'ambiente, in termini di impatto, 140 metri quadri (7.280 all'anno) a settimana e i campi da tennis diventano 27. A tracciare il quadro è il Barilla Center for Food & Nutrition che in occasione della giornata mondiale dell'alimentazione, in programma il 16 ottobre, presenta i risultati degli studi sull’impatto ambientale di tre menù tipo, sintesi dei consumi alimentari più frequenti: Vegetariano, Mediterraneo, e a base di carne.
Perché quest’anno l’accento della Giornata Mondiale è posto sui “Sistemi alimentari sostenibili per la sicurezza alimentare e la nutrizione”, un forte richiamo a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’impatto delle diete nei confronti dell’ambiente per dimostrare che la malnutrizione si può combattere anche a partire da scelte alimentari più consapevoli.
In particolare, dallo studio emerge che l'impronta ecologica di un menù medietteraneo (con privilegia alimenti alla base della piramide alimentare, con carne e pesce due volte alla settimana) e di 161 metri quadri a settimana (8.370 all'anno), equivalenti a 32 campi da tennis. “Il legame tra ciò con cui ci nutriamo e l’ambiente in cui viviamo è ormai evidente” ha dichiarato Riccardo Valentini, membro dell’advisory board del Bcfn, premio Nobel per la Pace nel 2007 e direttore della divisione impatti sul clima presso il Centro Euromediterraneo sui Cambiamenti Climatici.
Le nostre scelte, aggiunge Valentini, "non devono riguardare solo un tipo di dieta ma devono comprendere anche ciò che sta dietro alla scelta e al consumo del cibo. La vera sfida adesso è comprendere le diverse sfaccettature del sistema alimentare e chiedersi cosa si possa fare ogni giorno per assumere comportamenti responsabili per il Pianeta e le persone che lo abitano. A partire da quello che decidiamo di mangiare”.
La doppia piramide alimentare-ambientale, un modello elaborato dal Bcfn, indica l’impatto che ogni alimento ha non solo dal punto di vista nutrizionale, ma anche a livello ambientale, considerato il ciclo di vita, ovvero le modalità con cui viene trattato prima di arrivare sulla tavola o le necessità di cottura collegate al suo consumo, in termini di dispendio energetico e di risorse. La doppia piramide mostra che i cibi più sani dal punto di vista nutrizionale sono anche quelli che hanno un impatto inferiore sull’ambiente, perché hanno un’impronta ecologica ridotta. (www.adnkronos.com)


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