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Terra presto affamata?
Se non cambiamo abitudini anche l'Italia potrebbe fare i conti con la carenza di alimentari

Pianeta quasi al collasso. Causa principale, l’impatto ambientale della filiera produttiva che fa approdare il cibo sulle nostre tavole (consumo di suolo e biodiversità legato ad agricoltura intensiva e infrastrutture, utilizzo di acqua, imballaggi, trasporto e produzione di emissioni inquinanti ecc.).
Secondo gli studiosi di scienze della Terra, di questo passo non mancherà molto al raggiungimento del punto critico (il cosiddetto Tipping Point) su scala planetaria, basato proprio sull’entità delle profonde modificazioni che stanno subendo i sistemi naturali a causa delle trasformazioni dei suoli e degli ambienti di tutto il mondo. E’ l’allarme lanciato dal Wwf Italia, in occasione della Giornata mondiale dell’alimentazione.

Vicini al punto critico
Per sostenere una popolazione attuale di più di 7 miliardi di abitanti ormai il 43 per cento della superficie delle terre emerse è già stato convertito ad agricoltura, infrastrutture, aree urbane e altre modificazioni e con infrastrutture varie che si ramificano in ampia parte di ciò che resta.
La crescita della popolazione, prevista di 9 miliardi al 2045, fa ipotizzare uno scenario nel quale almeno metà delle terre emerse saranno profondamente disturbate e modificate già entro il 2025. Questo aspetto viene ritenuto dagli studiosi una profonda alterazione a livello globale molto vicina a rappresentare il verificarsi di un punto critico su scala planetaria.

Italia a rischio
Secondo il Food Security Risk Index 2013, la mappa che evidenzia le zone del mondo dove le risorse alimentari scarseggiano. Il nostro Paese non sarebbe immune da problemi di approvviggionamento alimentare: il rischio va da “basso” a “medio”. Come lo stivale anche Russia, Cina, Kazakistan, Yugoslavia, Sudafrica o Gabon. A tale dato preoccupante si uniscono le rilevazione dell'Agenzia per le erogazioni in agricoltura (Agea). Gli italiani che hanno fatto richiesta di un pacco alimentare o di un pasto gratuito ai canali no profit continuano ad aumentare e , nel 2011, sono stati più di tre milioni.

I primi segni già nel 2008
Non è solo l’attuale situazione alimentare che si va deteriorando, ma anche lo stesso sistema globale del cibo. Se ne sono osservati segni premonitori già nel 2008, quando i prezzi mondiali dei cereali hanno subito un brusco raddoppio per una concomitanza di cause: da un alto per gli effetti dei cambiamenti climatici, come le siccità prolungate, e dall’altra strategie errate di contrasto come la politica degli incentivi alle produzioni dei biocarburanti che stanno progressivamente sottraendo terreni alle produzioni alimentari e agli habitat naturali. Questa riduzione delle materie prime ha fatto aumentare i costi determinando una riduzione delle esportazioni da parte dei principali paesi produttori per garantire il fabbisogno interno.

Condotta alimentare salva pianeta
Dalla scelta dei prodotti che al mercato mettiamo nel nostro carrello, privilegiando le produzioni biologiche, la vendita a km zero e a filiera corta che favoriscono il rapporto diretto tra agricoltore e consumatore, fino alle misure per non sprecare il cibo: sono molte le strategie che, attraverso una condotta alimentare amica dell’ambiente e della salute umana, si possono mettere in atto per non ‘affamare’ il Pianeta e i suoi abitanti. Il Wwfha raccolto tutti i suggerimenti per un’alimentazione sostenibile sulla piattaforma web One Planet Food.

(www.tgcom24.mediaset.it)



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