FATTI E PERSONE

Crisi: frigo si svuota, in 5 anni giù di 12 miliardi il budget per la spesa. Anche il “bio” si compra solo nei discount
La Cia in merito ai numeri drammatici sui consumi delle famiglie evidenziati dal presidente dell’Istat, Enrico Giovannini, oggi in audizione sul Def: dal 2008 in poi le famiglie sono state costrette a ridurre sempre di più i soldi destinati alla tavola, una tendenza negativa che si è radicalizzata nell’ultimo anno. Crescono in maniera preoccupante gli indigenti.
 
La crisi continua a svuotare frigoriferi e dispense, e non lo fa da oggi. Tra il 2008 e il 2012, cioè da quando è iniziata la fase recessiva dell’economia, le famiglie hanno ridotto il budget a disposizione per la spesa alimentare di oltre 12 miliardi di euro, al netto della dinamica dei prezzi. Un fenomeno progressivo che si è radicalizzato nell’ultimo anno, con le famiglie che si sono trovate a far fronte all’aumento esponenziale degli oneri fiscali (basti pensare all’Imu) mentre sono crollati ancora redditi e potere d’acquisto. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, in merito ai numeri drammatici evidenziati in audizione dal presidente dell’Istat, Enrico Giovannini.
Purtroppo non stupisce che ben il 71 per cento delle famiglie con la crisi ha dovuto tagliare su cibo e sanità, “beni” primari, e che oggi più di 6 famiglie su dieci fanno la spesa nei discount pur di risparmiare -osserva la Cia-. Vuol dire che gli italiani si trovano in una condizione di sofferenza estrema, tale da ricordare i tempi di guerra. Lo dimostrano anche i dati Agea, che fotografano un aumento preoccupante degli indigenti, in crescita del 33 per cento tra il 2010 e il 2012.
Ma anche chi non rinuncia a tendenze più di “nicchia” come il biologico, complice la crisi e le limitate disponibilità economiche, ora lo va a comprare dove costa di meno -evidenzia la Cia-. Così, se anche nel 2012 non frena l’ascesa incredibile del segmento “bio” (+7,3 per cento) a dispetto del calo dei consumi alimentari convenzionali (-3 per cento), cambia radicalmente la modalità d’acquisto, che si orienta sul “low-cost”: negli ultimi dodici mesi, infatti esplode la spesa “bio” nei discount, con un incremento record del 25,5 per cento, mentre i supermercati restano indietro a quota +5,5 per cento. (www.cia.it)


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