FATTI E PERSONE

Commercio estero: l’agroalimentare traina l’export “made in Italy” e cresce tre volte di più della media

La Cia commenta i dati diffusi oggi dall’Istat: le esportazioni (+4,4%), in particolare quelle del settore (+12,6%) contribuiscono sempre di più al sostegno dell’economia in una fase terribile per i consumi interni (-3,4%). Boom sui mercati extra-Ue, dove prodotti agricoli e alimentari salgono a un ritmo del 5% annuo. C’è ancora un enorme margine di crescita, ma bisogna rafforzare la capacità delle aziende di internazionalizzarsi e creare strumenti “ad hoc”.
 
Di fronte al crollo della domanda interna, le esportazioni continuano a fornire un apporto essenziale a sostegno dell’economia. Soprattutto il settore agroalimentare. Con la crisi, infatti, sette famiglie su dieci hanno alleggerito il carrello della spesa, riducendo nel primo trimestre i consumi di pasta (-1,6 per cento), frutta (-4,5 per cento), ortaggi (-2,2 per cento), olio extravergine d’oliva (-7,3 per cento) e vino (-6,9 per cento). Per fortuna, però, il “made in Italy” agroalimentare continua a volare sui mercati esteri, registrando ad aprile un incremento delle vendite oltreconfine del 12,6 per cento. Cioè quasi tre volte la crescita media dell’export, che si attesta al +4,4 per cento tendenziale. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, commentando i dati sul commercio estero diffusi oggi dall’Istat.
L’agroalimentare, insomma, si dimostra molto vitale ed economicamente strategico per il Paese. Non solo il comparto “regge” in Europa, ma continuano ad aumentare le esportazioni di prodotti agricoli e alimentari nei nuovi mercati extra-Ue, che salgono a un ritmo del 5 per cento annuo -osserva la Cia-. Soltanto l’export ortofrutticolo vale 4 miliardi di euro l’anno, eppure c’è ancora un enorme margine di crescita visto che la domanda mondiale, sostenuta proprio dai paesi Bric, è passata da 70 a 170 miliardi di dollari in pochi anni.
Ecco perché, ora più che mai, è importante continuare con l’opera di valorizzazione dei nostri prodotti -conclude la Cia- evitando però di muoverci in ordine sparso, ma percorrendo una nuova e più efficace azione sinergica per il settore, portando avanti una valida promozione che esalti a livello globale la qualità del “made in Italy”. (www.cia.it)

 


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