LUOGHI

E' allarme per il terminal off-shore a Venezia, decreterà fine della pesca


Suonano a morte gli ultimi ritocchi per la pesca in mare e a decretarlo l’ennesima opera marittima in progetto per il litorale marittimo veneto. L’ultima opera che i pescatori riusciranno a vedere, perché oltre a questa sarà cancellata un’intera categoria economica.
Stiamo parlando del prossimo progetto, discusso e già in fase avanzata, che è la realizzazione del porto “TERMINAL OFF-SHORE”.
Migliaia di ettari persi, milioni di tonnellate di sasso e cemento, svariati miliardi di euro, pubblici, spesi per la realizzazione dell’opera da realizzarsi a 17 km circa a largo del Porto di Venezia.
Millantato come panacea per tutti i mali economici e sociali avrà solo e un’unica conseguenza: eliminare un intero gruppo di lavoratori che finora hanno legato la propria sopravvivenza al mare e ai suoi frutti.
L’area che sarà interessata dall’ intervento per la realizzazione del terminal petrolifero e della prevista diga foranea a protezione, il terminal container e la piattaforma servizi, è localizzata in mare nel litorale prospiciente la laguna di Venezia, mentre il fascio tubiero che collega il terminal a mare al terminal a terra di Porto Marghera interesserà una vasta area della laguna.
Tale ambito marittimo costituisce da sempre zona di raccolta su scala commerciale dei molluschi bivalvi (Fasolari, Vongole Chamelea Gallina, cannolicchi e cuori), oltre ad interessare una intensa attività di pesca con attrezzi fissi (nasse e reoni) di seppie, e di pesca a strascico di seppie latterini, triglie, cannocchie, sarde ed altre numerose specie.
 La fascia costiera veneta sembra essere diventata, come più volte sottolineato, un cantiere aperto: il ripascimento delle spiagge, gli spostamenti di sedime e le grandi opere: Mose (dopo dieci anni ancora incompleto), Terminal Gasiero, tubo a mare del P.I.F. e infine la realizzazione di quest’ultima mostruosità, con estrema certezza, si decreterà la fine della pesca in mare.
Giovedì scorso si sono riuniti i massimi responsabili della categoria della pesca: Legapesca, Federcoopesca, A.G.C.I Agr.it.al, Coldiretti Impresa Pesca, CO.GE.VO Chioggia, CO.GE.VO. Venezia, O.P. Bivalvia Veneto, O.P. Fasolari, per discutere eventuali strategie ed azioni da intraprendere in merito alla problematica.
Lunedì 28 gennaio i responsabili delle categorie sono stati invitati ad una presentazione ufficiale dell’opera da parte degli organi preposti e mercoledì 30 gennaio la questione sarà posta all’ordine del giorno all’interno della Commissione V.I.A. (Valutazione Impatto Ambientale). La metodologia utilizzata ha disatteso qualsiasi tipo di protocollo finora intrapreso per lo studio e la realizzazione di opere di tale entità.
Lo stesso tavolo di crisi voluto e decretato dalla Regione Veneto, non è stato coinvolto nella discussione e nell’ argomentazione.
L’intera categoria lancia un grido d’allarme decretando l’assoluta preoccupazione relativa all’esecuzione dell’opera.
Nei prossimi giorni saranno fatti degli incontri per sensibilizzare il ceto peschereccio per condividere la problematica ed analizzare proposte.
Contiamo nei prossimi incontri per coinvolgere maggiormente gli enti competenti sulla questione, invitando le istituzioni a tenere conto della grave situazione che dovrà vivere l’intero comparto della pesca del litorale veneto. (www.legapesca.coop)
 

 


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