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AZIENDE
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Allarme pesce, la FAO: “alimento chiave, sostenibilità a
rischio”
Cresce l’importanza per l’alimentazione,
rimangono i problemi: pesca illegali e sprechi
Il pesce è alimento fondamentale per un numero crescente di persone,
ma lo sfruttamento e scelte sbagliate mettono a rischio tale risorsa.
Il messaggio arriva da “Lo stato mondiale della Pesca e dell’acquacoltura”,
rapporto FAO pubblicato di recente.
Per cominciare, le cifre sono importanti. La produzione complessiva (pesca
ed acquacoltura) è in crescita, passata dalle 158 milioni di tonnellate
del 2010 alle 168 del 2012. Tale crescita di disponibilità va assieme
ad una crescita della richiesta: dal 1980, la quota di risorse ittiche
consumate è salita del 85%, toccando le 136 milioni di tonnellate
nel 2012. Discorso simile per la questione proteine: in tale campo, il
peso del pesce tocca il 17% di media a livello mondiale, con punte del
70% nelle regioni costiere ed insulari.
Parlando di lavoro, pesce ed acquacoltura rappresentano l’occupazione
principale del 10-12% della popolazione. Anche qui siamo di fronte ad
un aumento: dal 1990, l’occupazione nel settore è salita
notevolmente, arrivando nel 2012 a toccare quota 60 milioni di persone,
concentrate in Asia (84%) ed Africa (10%).
Detto questo, il pesce è anche uno degli alimenti più a
rischio, con gli esperti FAO capaci di individuare due grandi aree di
fragilità.
La prima, la pesca illegale, “Una grave minaccia per gli ecosistemi
marini con anche un impatto negativo sulle condizioni di vita, sulle economie
locali e sull’approvvigionamento dei prodotti”.
E poi, gli sprechi legati al processo di trasformazione: secondo stime
prudenti, ogni anno vengono perse 1,3 tonnellate di cibo, sia per la pesca
di piccola scala che per quella industriale. Allora, ipotizzano gli esperti,
“Una migliore gestione e migliori metodi di trasformazione potrebbero
risolvere gli aspetti tecnici di questo problema, ma è anche fondamentale
estendere le buone pratiche, costruire partnership, fare lavoro di sensibilizzazione
e sviluppare capacità, insieme a politiche e strategie adeguate”.
Conclude allora il direttore generale Graziano da Silva: “Nel rapporto,
non manca l’attenzione sugli aspetti della sostenibilità
ambientale. «La salute del nostro pianeta, così come la nostra
salute e il futuro della sicurezza alimentare, dipendono da come trattiamo
il mondo blu”.
(Matteo Clerici - www.newsfood.com)
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